Un Rapporto di Ricerca
Questo piccolo testo, benché contenga
anche molti riferimenti bibliografici (per indirizzare sulla
via di eventuali approfondimenti) e benché riporti pure
una certa quantità di dati oggettivi di scenario (ricavati
da un approfondito scandaglio della più recente letteratura
scientifica disponibile) a fargli da contorno, è stato
costruito fondamentalmente come un Rapporto di Ricerca relativo
ad una specifica rilevazione.
Ci proponiamo infatti di scattare una specie
di fotografia psico-sociale dei potenziali elettori italiani
(ovvero degli Italiani in quanto potenziali elettori), attraverso
alcuni particolari strumenti metodologici di descrizione in termini
personologici e valoriali della loro auto-collocazione lungo
l'asse Sinistra-Destra ovvero delle loro simpatie-antipatie nei
confronti dei principali Partiti e di alcuni tra i più
significativi Personaggi politici nazionali.
Nello spirito di ITAPI: l'idea è
quelle di mettere a disposizione di tutti (politici e candidati
ovvero cittadini ed elettori) una certa mole di dati scientificamente
rigorosi, che possano riuscire utili a capire meglio la situazione
anche al di là delle apparenze e dei luoghi comuni.
L'obiettivo non è insomma quello di sviluppare un saggio
approfondito e concettoso di teoria politica, bensì quello
di mettere a disposizione di tutti una base di dati per la riflessione,
fornendo, per quel che ci riesce, una serie di strumenti di ricerca
seri e ben fondati (sul piano della validità e dell'attendibilità),
che ognuno potrà poi utilizzare sviluppando elaborazioni
e riflessioni per conto proprio.
Quindi: nelle pagine che seguono, la semplice
presentazione dei dati è preponderante rispetto alle analisi
ed ai commenti. Mentre, anche nella parte preliminare del libro,
che pure è di rassegna e di inquadramento, il rimando
bibliografico (che si limita a fornire le prime indicazioni di
massima a un successivo approfondimento di carattere necessariamente
personale) tende a prevalere decisamente sulla dimensione del
saggio interpretativo-analitico.
Merita altresì notare come le pubblicazioni
relative ad atteggiamenti, comportamenti, stili, valori di interesse
politico oscillino spesso fra due poli. Radicalizzando un po'
lo scenario: ad un estremo si colloca il lavoro quick-and-dirty
(dal gergo professionale: sporco e veloce) fondato sul riferimento
al dato quasi grezzo, fatto di numeri belli chiari, ma spesso
con scarsi inquadramenti storici o teorici; all'altro estremo
si colloca l'analisi critica di largo respiro, fatta di teorie
talvolta affascinanti ovvero di profonde letture dei grandi quadri
strategici, talvolta auliche ma spesso con riferimenti assai
limitati ai fatti precisi della concreta scena politico-elettorale.
Naturalmente: con tutte le situazioni intermedie che si possono
immaginare.
Quanti pubblicano numeri sono più
spesso ricercatori di mestiere, generalmente molto attenti al
dettaglio del dato e della metodologia, nonché spesso
con una notevole capacità di sentire il polso della situazione
e di offrire ottimi suggerimenti operativi. Ma talvolta un po'
deboli (e spesso disinteressati o impediti dalla frenesia della
professione) sul piano dell'inquadramento teorico e scientifico.
Quanti pubblicano scenari sono spesso studiosi di professione,
generalmente attenti alle grandi teorie e all'approfondimento
filosofico nonché spesso con una notevole capacità
nella critica intellettuale e nel cogliere i grandi quadri d'insieme.
Ma talvolta un po' deboli (e spesso disinteressati o impediti
dalla mancanza di pratica) sul piano del dato di dettaglio, della
metodologia di ricerca e soprattutto della concretezza operativa.
Per dirla un po' icasticamente, si potrebbe affermare: che i
primi non ti aiutano a volare alto, ma magari ti fanno vincere
le elezioni; mentre i secondi ti permettono di cogliere molto
delle vere tendenze di fondo, ma magari ti fanno perdere voti.
Inoltre, non di rado, le pubblicazioni
(quando ci sono) di quanti presentano numeri: oltre a citare
poco i testi di inquadramento più generale, riportano
relativamente poco anche i numeri altrui. Non amano infatti perdere
tempo o annoiare committenti ed eventuali lettori, mentre non
aspirano certo a regalare della pubblicità ad altri ricercatori
concorrenti e antagonisti nella consulenza di ricerca.
Mentre quanti pubblicano scenari, citano pochi numeri in generale
(quando ci sono), e meno ancora ricerche sul campo, che a volte
giudicano come semplici dati brutalmente grezzi, invece che sofisticate
ricerche con variabili intervenienti ecc. Mentre non amano certo
regalare più che tanto della pubblicità agli altri
studiosi antagonisti e concorrenti in termini di scuola teorica.
In questa sede cerchiamo naturalmente di stare sulla via di mezzo.
Speriamo insomma di rendere almeno l'idea,
anche con l'esempio offerto dall'indagine riportata qui, quanto
meno: di quanto la ricerca psicologica applicata possa contribuire
a conoscere un fenomeno; di quanto possa essere interessante
incrociare l'approccio scientifico con l'attualità; di
quanto la ricerca possa dare un suo piccolo contributo anche
alla democrazia.
Ci siamo dunque posti alcuni obiettivi, cui accenniamo in breve,
quali: Fornire un contributo di ricerca originale che approfondisca
gli aspetti psicologici e sociali, ovvero quelli personologici
della questione (temi scientifici che rappresentano lo specifico
di ITAPI); Raccogliere, nella sintesi di un unico testo breve,
anche una certa ricchezza di dati che sono disponibili al pubblico,
ma che si trovano dispersi in mille sedi e quindi poco accessibili
al pubblico non specialistico; Dare un piccolo contributo sulla
strada di quelle che vengono dette pari opportunità,
nel senso di aiutare tutti, ovvero anche il cittadino non esperto
ovvero chi un domani volesse proporre una propria speranza politica,
ma non dispone dei mezzi e degli strumenti di un grande Partito,
a farsi qualche nuova idea che magari lo porterà lontano.
Benché vi siano alcuni cenni a dati
internazionali di ricerca, e un po' di riferimenti alla letteratura
teorica e di indagine sviluppata in altre culture, l'obiettivo
di questo lavoro è però riferito principalmente
agli elettori del 2006 in Italia. Abbiamo quindi prodotto anche
un inquadramento storico-teorico del tema, ma ci piace sottolineare
a chiare lettere che questo non è un saggio teorico sulla
psicologia politica, bensì appunto una ricerca su vari
aspetti della psicologia politico-elettorale dei cittadini italiani
sulla soglia del 2006.
Lasciamo altresì la pur affascinante
valutazione specifica delle intenzioni dichiarate di voto (in
attesa del suffragio concreto che si deposita nelle urne) ai
sondaggi day-by-day, reperibili in forma ben aggiornata sull'apposito
sito internet, che in virtù dell'interesse che presenta
citeremo più volte, a cura della Presidenza del Consiglio.
Ricordiamo infatti che nel 2000 è
stata promulgata una legge, la quale contiene diverse indicazioni
per realizzare una maggiore pubblicità e trasparenza nei
dati relativi all'opinione pubblica in campo politico ed elettorale.
L'articolo 8 di tale legge, in particolare, fa obbligo di comunicare
gli elementi principali di ogni sondaggio quando questo viene
divulgato pubblicamente. Tali dati, da comunicarsi via internet
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, vengono immediatamente
riportati su un apposito sito (che attualmente è al dominio:
www.sondaggielettorali.it) e possono essere agevolmente consultati
da ogni cittadino.
In base al principio della trasparenza
(tipico di ITAPI), abbiamo poi cercato di riportare il più
possibile dei dati concreti (sulle opinioni) e il meno possibile
delle opinioni (prive di dati). Ma è ovvio che, come tutti
gli esseri umani, ci saremo riusciti solo fino a un certo punto.
Abbiamo quindi cercato di riportare esattamente, in termini letterali,
le strutture dei campioni ed anche la formulazione esatta di
domande e risposte, per ciascuna ricerca citata. Solo in qualche
caso abbiamo ripreso tra virgolette, dal testo della ricerca,
una sintesi fornita dai curatori della ricerca stessa. Il che
è avvenuto quando tale sintesi appariva così chiara
ed illuminante che sarebbe stato davvero un peccato non farvi
riferimento.
Ricordiamo infine alcuni particolari, necessari
per inquadrare questo contributo, in un contesto dove l'attualità,
ogni mese che passa e talvolta ogni settimana ovvero ogni giorno,
può dare luogo a cambiamenti anche drastici di prospettiva.
E' bene infatti tenere conto del fatto
che: la ricerca di cui viene riferito in queste pagine (come
il Capitolo 4, sulla metodologia, precisa dettagliatamente) è
stata realizzata nella seconda metà del 2005; mentre anche
i dati di scenario, e particolarmente i molti sondaggi nazionali,
cui viene fatto costante riferimento, sono quelli disponibili
(particolarmente per quanto riguarda internet) nella seconda
metà del 2005.
Secondo un sondaggio Censis (2005), con
un campione nazionale di 1.913 interviste dirette all'uscita
dai seggi delle elezioni regionali del 2-3 aprile 2005, alla
domanda Come è maturata la Sua scelta del candidato
Presidente della Regione?, le risposte sono state: E' stata
chiara fin dall'inizio della campagna elettorale, 70.8%; Ha scelto
o modificato lorientamento durante la campagna elettorale,
29.2%. Mentre, da un'analisi incrociata dei dati, riportata nella
medesima sede, risulta anche che La campagna elettorale
ha inciso maggiormente sulle decisioni di voto degli elettori
più giovani (32,9%), dei dipendenti pubblici (30,8%),
dei residenti nei piccolissimi comuni fino a 5 mila abitanti
(33,9%), di coloro che hanno poi votato fuori dai due poli (53,7%)
e delle donne (33,7%) [...] Inoltre, il 15,0% degli elettori
ha dichiarato di avere modificato la propria decisione di voto
durante la campagna elettorale.
I quali dati sembrano testimoniare del
fatto che l'influenza della campagna elettorale è limitata;
però: c'è e gioca una parte non marginale. Per
cui anche la nostra rilevazione, volutamente raccolta in momenti
di calma relativa (e con riferimento alle simpatie invece che
alle dichiarazioni di voto), potrebbe risentire non poco del
fatto di entrare sempre più nel vivo dello scontro elettorale.
D'altra parte: anche secondo una serie
di riflessioni analitico-tecniche, peraltro tutte a partire da
dati, sviluppate da Natale (2000), l'indecisione sullo schieramento
da votare (che, come vedremo, è dichiarata con notevole
frequenza dagli Italiani, in occasione delle ricerche sulle intenzioni
di voto) sarebbe più apparente che reale. Nel senso che:
molti di quanti dichiarano nei sondaggi di essere indecisi sul
voto, saprebbero in effetti già per chi votare, anche
se attualizzano tale disposizione, già ben presente da
tempo nella loro mente come attitudine potenziale, solo allultimo
momento, quando si trovano la scheda tra le mani nella cabina
elettorale.
Questo non significa certo che la campagna
elettorale manchi di esercitare un importante effetto sugli elettori.
Suggerisce però che il costrutto mentale stratificatosi
negli anni possa avere un peso abbastanza rilevante. O almeno
sufficientemente rilevante da meritare di osservare, come cerchiamo
di fare qui, anche le grandi tendenze in prospettiva, invece
che limitarsi a correre sempre dietro ai dati che escono di settimana
in settimana. Il che esercita un grande fascino, ed è
molto utile, ma non esaurisce certo tutto quanto merita di studiare
ovvero tutto quello che dalle ricerche si può sapere.
Si è dunque scelto di raccogliere
i dati, in un certo senso, a bocce ferme o almeno in movimento
lento, pur nei limiti della lotta continua per guadagnare l'elettorato,
ovvero di quella specie di campagna elettorale endemica che caratterizza
la generalità dei paesi occidentali contemporanei e in
modo particolare l'Italia. I dati che abbiamo raccolto vorrebbero
cioè servire a proporre uno spunto di riflessione sul
tema, più che fare da spunto per allungare qualche frustata
al cavallo (che non lo merita certo).
Aggiungiamo anche che: la redazione definitiva del testo (merita
registrarlo, per un tema che risente di fatti anche quotidiani)
è stata consegnata per la stampa alle Edizioni Unicopli
il 16 gennaio 2006.
E ancora, come abbiamo già sottolineato
sin da subito e come ripeteremo più volte (un po' ossessivamente,
ma necessariamente) nel prosieguo, ribadiamo che questa ricerca
non è sulle intenzioni-dichiarazioni di voto, bensì
sulle simpatie per la Destra e la Sinistra, per i Partiti politici,
per i Personaggi politici. Stante che la simpatia è forse
un'attitudine un po' vaga e general-generica (per quanto: Più
di una vaga dichiarazione di voto?), ma per certi aspetti è
anche più stabile-radicata nel tempo e nell'economia esistenziale
ovvero nella identità del soggetto.
Il nostro obiettivo generale non è
comunque quello di produrre strategie elettorali; e ancora meno
quello di fornire strumenti a questa o quell'area politica in
particolare. Confidiamo piuttosto di fornire spunti di riflessione
a partire da alcuni dati. Ed eventualmente di contribuire a far
crescere, più che un Partito, un Personaggio o una Coalizione,
la conoscenza delle variabili psicologiche che intervengono in
tutti i momenti della democrazia.
Elezioni Politiche 2006
Molti dei testi che affrontano temi politico-elettorali
tendono a dare per scontato che i lettori possiedano già
da soli una buona conoscenza della situazione. Il che non è
affatto vero, poiché tanti cittadini sono interessati
alle faccende politiche, ma non per questo sono degli esperti
in materia. Per cui, nello spirito di ITAPI, ci pare utile, per
inquadrare appieno il contesto italiano contemporaneo, specie
nella prospettiva delle elezioni, rievocare brevemente alcuni
elementi essenziali che fanno da scenario, negli ultimi anni,
alla temperie politico-elettorale del 2006.
Il sistema politico italiano contemporaneo,
legato alla Costituzione repubblicana promulgata nel 1947, si
fonda sul suffragio universale, espresso depositando nell'urna
un voto che è personale, uguale, libero e segreto. I voti
politici in effetti sono due separati, uno per ciascuna delle
due ali in cui si struttura il Parlamento: Camera e Senato. Per
la Camera hanno diritto a votare tutti i cittadini italiani maggiorenni
(ufficialmente: almeno 21 anni fino al 1975; almeno 18 da allora
a oggi). Hanno invece diritto di votare per il Senato i cittadini
italiani che hanno compiuto i 25 anni.
Dalle prime elezioni del 1946 (sono passati
60 anni) fino a tempi quasi recenti, ovvero fino all'inizio degli
anni Novanta, pur tra mille vicissitudini, la situazione dei
risultati elettorali può essere sintetizzata più
o meno così: la maggioranza relativa è sempre stata
saldamente in mano del partito della Democrazia Cristiana, il
quale ha fatto parte dei vari Governi che si sono succeduti (Personaggi
emblematici: alle origini Don Luigi Sturzo, poi Alcide De Gasperi,
Amintore Fanfani, Aldo Moro, Giulio Andreotti ecc).
Il Governo, in tale lungo periodo, si è sempre trovato
a fare i conti con il Partito Comunista, con un apporto di suffragi
non lontano da quelli indirizzati alla DC ma quasi sempre all'opposizione,
pur con qualche eccezione negli ultimi tempi (Personaggi emblematici:
alle origini Antonio Gramsci, poi Palmiro Togliatti, Enrico Berlinguer
ecc). Dagli anni Sessanta stanno generalmente al Governo, accanto
alla Democrazia Cristiana, i Partiti Socialisti (Socialista puro
e Socialista Democratico), molto più piccoli ma di peso
specifico elevato (Personaggi emblematici: alle origini Filippo
Turati, poi Pietro Nenni, Giuseppe Saragat, Sandro Pertini, Bettino
Craxi ecc).
Ci sono poi i piccoli Partiti (specie: Repubblicano e Liberale),
quasi sempre al Governo (Personaggi emblematici: Ugo La Malfa,
Giovanni Malagodi, Giovanni Spadolini ecc). C'è quindi
il Movimento Sociale Italiano, sempre all'opposizione ed anzi
generalmente trattato come se neanche ci fosse (Personaggio emblematico:
Giorgio Almirante). A latere, come gruppo minimo, ma dalla grande
capacità di farsi notare, i Radicali (Personaggio emblematico:
Giacinto Pannella detto Marco) e poi, dagli anni Settanta, il
giro della Sinistra extra-parlamentare (che però, come
dice la parola stessa, col Parlamento aveva poco a che fare).
All'inizio degli anni Novanta si verifica
la circostanza detta delle Mani Pulite, ovvero, per
dirla in due parole, un insieme di inchieste giudiziarie che
mettono in evidenza come un certo numero di Partiti e di Personaggi
politici, di primo piano e non (soprattutto, ma non solo, governativi),
fosse coinvolto in quella che è stata chiamata Tangentopoli,
ovvero (si direbbe, almeno dai giornali) una situazione di diffusa
connivenza affaristica o anche di corruzione o concussione.
Ci sarebbe dunque stato il passaggio dalla
Prima Repubblica alla Seconda (Repubblica). Con le elezioni politiche
del 1994, spariscono infatti dalla scheda elettorale quasi tutti
i Partiti che c'erano prima. Anche il Partito Comunista si sviluppa
nelle varie derivazioni PDS, poi DS (Personaggi emblematici:
Achille Occhetto, Massimo D'Alema, Piero Fassino ecc), Comunisti
Italiani e Rifondazione Comunista (Personaggio emblematico: Fausto
Bertinotti). Mantiene peraltro la propria presenza una buona
parte dei politici già attivi, i quali coltivano nuove
aggregazioni (Personaggi emblematici: Pier Ferdinando Casini,
Clemente Mastella ecc, ex DC; ovvero Gianfranco Fini, ex Msi).
Mentre compaiono attori politici piuttosto diversi dai precedenti,
quali in particole la Lega Nord (Personaggio emblematico: Umberto
Bossi) e poi Forza Italia (Personaggio emblematico: Silvio Berlusconi).
A questo punto si entra nel vivo del gioco
politico, che copre un arco di tempo pari a un quindicennio circa,
cui solitamente fanno riferimento un po' tutti i politici e i
commentatori di oggi.
Nel 1994 si presentano alle elezioni politiche
i gruppi: PROGRESSISTI (Rc; Rete; Verdi; Pds; Ps; Ad); PATTO
PER LITALIA (Ppi; Patto Segni); POLO DELLE LIBERTÀ
(Forza Italia, Lega Nord; Lista Pannella); POLO DEL BUONGOVERNO
(Forza Italia; Msi-An). In tale tornata elettorale si realizza
la vittoria del Centro-Destra.
Subito dopo però: Lega Nord (Umberto Bossi) e Forza Italia
(Silvio Berlusconi), che nel marzo del 1994 avevano sancito un
patto elettoralmente vincente, si separano astiosamente (nel
dicembre dello stesso anno). Per cui si ha un Governo tecnico,
guidato da Lamberto Dini, che porta alle elezioni politiche del
1996, dove la Lega Nord corre da sola.
Nel 1996 si presentano alle elezioni politiche
i gruppi: ULIVO+RC+LISTA DINI (Pds-Se; Verdi; Popolari per Prodi;
Rc; Ri); Lega Nord; POLO PER LE LIBERTÀ (Forza Italia;
Ccd-Cdu; An); Msft. In tale tornata elettorale si realizza la
vittoria del Centro Sinistra.
Successivamente, nel 2001, si presentano
alle elezioni politiche 4 gruppi: 1) ULIVO (Ds; Margherita; Girasole;
Pdci); 2) CASA DELLE LIBERTÀ (Forza Italia; Biancofiore;
Lega Nord, An); 3) Rifondazione Comunista; 4) ciascuno per conto
suo: Italia dei Valori, Democrazia Europea, Lista Bonino, Msft,
ecc.
A tali elezioni del 13 maggio 2001 (le
ultime politiche, in ordine di tempo, prima del 2006), la Coalizione
di Centro-Destra, detta anche Polo o Casa delle Libertà,
si piazza al primo posto. Invece: la Coalizione di Centro-Sinistra,
detta anche Ulivo, si piazza al secondo posto. Rifondazione Comunista,
che corre isolata, arriva terza con grande distacco, seguita
dagli altri.
I risultati principali di tali elezioni, stante che per definirli
appieno nel dettaglio occorrerebbe separare la quota proporzionale
da quella maggioritaria e sviluppare altre analisi particolari,
sono stati più o meno, alla Camera dei Deputati: Centro-Sinistra
(Ulivo Progressisti), 44.2%; Centro-Destra (Casa delle Libertà
Polo delle Libertà Lega Nord), 45.4%; Rifondazione Comunista,
5.0 (essendosi presentata solo nella quota proporzionale); Lista
Di Pietro, 4.0%; Democrazia Europea, 3.5%; Pannella-Bonino, 1.2%.
I risultati principali sono stati, al Senato: Centro-Sinistra
(Ulivo), 39.6%; Centro-Destra (Casa delle Libertà), 42.5%;
Rifondazione Comunista, 5.1%; Lista Di Pietro, 3.4%; Democrazia
Europea, 3.2%; Pannella-Bonino, 2.0%; Fiamma Tricolore, 1.0%.
Tra le più recenti tornate elettorali,
successive al 2001, merita ancora ricordare, sempre molto in
sintesi e fornendo appena delle indicazioni di massima (ovvero
sottolineando che tecnicamente non sono elezioni politiche, benché
ci somiglino molto): le elezioni europee del 12-13 giugno 2004,
dove l'insieme del Centro-Destra raccoglie intorno al 43% dei
suffragi, mentre l'insieme del Centro-Sinistra ne raccoglie intorno
al 46%; nonché le successive elezioni Regionali del 3-4
aprile 2005 dove il Centro-Sinistra (che a questo punto si chiama
L'Unione) vince in 12 regioni mentre il Centro-Destra vince in
due regioni (Lombardia e Veneto).
E ricordiamo ancora qualche altro dato,
relativo ad esempio alla sequenza dei Governi, che dal 1990 a
oggi sono stati presieduti da: Giulio Andreotti, 1989-91; Giuliano
Amato, 1992-93; Carlo Azeglio Ciampi, 1993-94; Silvio Berlusconi,
1994; Lamberto Dini, 1995; Romano Prodi, 1996; Massimo D'alema
I, 1998; Massimo D'alema II, 1999; Giuliano Amato, 2000; Silvio
Berlusconi II, 2001; Silvio Berlusconi III, 2005. Nel medesimo
periodo, i Presidenti della Repubblica sono stati: Francesco
Cossiga, 1985-92; Oscar Luigi Scalfaro, 1992-99; Carlo Azeglio
Ciampi, dal 1999 a oggi.
E aggiungiamo ancora, anche per dare un
utile spunto di riflessione sul significato del voto e sulle
relazioni che questo può intrattenere con le ricerche
d'opinione, che i risultati elettorali sono il prodotto di un
meccanismo molto complesso, che può essere considerato,
almeno da certi punti di vista, come più oggettivo
dei sondaggi, ma che non necessariamente lo è. O meglio:
è probabilmente oggettivo come unica votazione realmente
verificatasi, ma non necessariamente come espressione della opinione
popolare.
Basti pensare, tanto per riportare un solo
fenomeno molto evocativo (basato sui dati forniti dal Ministero
dell'Interno; al sito internet: politiche.interno.it), che nelle
ultime elezioni politiche italiane, quelle appunto del 13 maggio
2001, i cittadini aventi diritto al voto erano 49.256.295 per
la Camera e 44.499.794 per il Senato. In effetti: per la Camera
hanno votato in 40.085.397 (81.4% degli aventi diritto) mentre
per il Senato hanno votato in 36.189.394 (81.3% degli aventi
diritto). I voti espressi ma non-validi, tra schede bianche e
nulle, per la Camera sono stati 2.947.266 (7.3% dei votanti)
mentre i voti non-validi per il Senato sono stati 2.321.584 (6.4%
dei votanti). I voti per la Coalizione di Centro-Destra (Casa
delle Libertà: Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega
Nord, Ccd-Cdu, Nuovo PSI) sono stati 18.398.246 alla Camera (49.5%
dei voti validi; 45.9% dei votanti) e 14.406.519 al Senato (42.5%
dei voti validi; 39.8% dei votanti).
Il Centro-Destra, essendosi dimostrato
espressione della Coalizione elettoralmente più forte
in un sistema prevalentemente maggioritario, ha dunque vinto,
ottenendo 368 seggi su 630 (58.4%) alla Camera e 177 seggi su
315 (55.9%) al Senato. Ciò significa che il Governo vincente
ha ottenuto il proprio mandato dal 37.4% dei cittadini italiani
aventi diritto di voto per la Camera ovvero dal 32.4% dei cittadini
italiani aventi diritto di voto per il Senato; ovvero, facendo
una media tra i due, con un terzo dei suffragi potenziali (34.9%)
in tutto. Naturalmente, queste proporzioni cambiano di poco anche
nel caso della gran parte dei precedenti Governi repubblicani.
Comunque: nella primavera del 2006 (si
presume il 9 aprile) i cittadini italiani adulti saranno chiamati
a votare (a Dio piacendo, naturalmente) per il rinnovo del Parlamento
della Repubblica Italiana: Camera e Senato. Si eleggeranno 315
Senatori, di cui 6 nella circoscrizione Estero; ovvero 630 Deputati,
di cui 6 nella circoscrizione Estero.
L'elezione seguirà per la prima volta le regole determinate
dalla nuova legge elettorale del 14 dicembre 2005. E merita ricordare,
nell'occasione, che il senso esatto di una legge, la quale è
sempre originale e diversa da tutte le altre (specie in Italia,
che è la Patria del diritto), riesce comprensibile, eventualmente,
solo leggendola con grande attenzione nei minimi dettagli e facendosi
assistere da un giurista esperto (meglio: da due o tre giuristi,
di orientamenti diversi; anche se poi magari non sono d'accordo).
Quindi: consigliamo assolutamente di andare a vedere i testi
originali.
Comunque, si parla solitamente di sistema
elettorale Proporzionale quando i Partiti ovvero
i candidati vengono eletti in proporzione ai voti che ricevono.
Si parla invece di sistema elettorale Maggioritario
quando la lista o lo schieramento che ha raggiunto il maggior
numero di voti ottiene tutti i seggi o almeno un buon numero
di questi. Sono state proposte da varie parti ipotesi alternative
di legge elettorale, che si propongono in genere di equilibrare
tra loro le due formule, secondo le più varie sfumature.
Il numero di tali possibili combinazioni è paragonabile
a quello utile per la formazione della Nazionale di calcio.
Peraltro, secondo la maggior parte dei commentatori: la nuova
legge elettorale, a valere appunto per le elezioni politiche
del 2006, tende al proporzionale in una misura maggiore di quanto
non sia avvenuto nelle precedenti elezioni politiche del 2001,
più nettamente orientate al sistema maggioritario (pur
con delle correzioni).
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