ITAPI - LABORATORIO ITALIA
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    E' stato pubblicato il Manuale ufficiale dell'Inventario Italiano dei Valori (Italia Values Inventory).
     
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    ITAPI ® Programme is an international scientific network for research and (freeware) research tools in personality and social psychology.

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    Il caso delle elezioni politiche italiane 2006: un esempio di ricerca con ITAPI-G e Itapi-VALORI .
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    La gran parte dei materiali messi in condivisione su itapi.psicotecnica.com rappresenta una sintesi e in parte uno sviluppo (specie con riferimento a risorse reperibili in internet) di quanto viene prodotto nell'ambito del Programma ITAPI.
    La nostra procedura di ricerca tipica è:
    A) lavoro di esame della letterattura e soprattutto di indagine in laboratorio e/o sul campo;
    B) redazione di un Rapporto Tecnico che presenta in termini molto approfonditi quel passaggio;
    C) redazione di un testo, a più ampia diffusione, che sintetizza un'intera fase della ricerca, anche a partire dai Rapporti Tecnici; come nel caso del Manuale di ITAPI-G;
    D) progressiva e trasparente messa a disposizione della collettività di scienziati, professionisti, studenti e utenti, in licenza freeware e opensource, della gran parte (e comunque di tutto quanto è essenziale) del materiale già pubblicato (tramite itapi.psicotecnica.com).
     
    E' facile rendersi conto di come tutto questo lavoro possa essere lungo, complesso e in continua evoluzione.
    Cerchiamo di aggiornare le varie parti del sito, per quel che ci riesce, almeno mensilmente (un po' come una rivista).
    Ma c'è molto (di già realizzato) che stiamo ancora aggiungendo.
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    Benvenuti in Laboratorio Italia: Divisione per la ricerca psicosociale applicata alla comunicazione, ai comportamenti di consumo, al marketing di PsicoTecnica e Itapi.
     
     
    Direttore Scientifico:
    Prof. Felice Perussia
    (Università degli Studi di Torino)
    Guida 2
    Fonti
    INDICE DELLA PAGINA
     
    2.1 Esplorare
    2.2 Qualità e quantità
    2.3 Classificazione e misurazione
    2.4 Ipotesi
    2.5 Attualità
    2.6 Pianificare sin da subito
    2.7 Ieri, oggi, domani
    2.8 Fonti: individuali e collettive
    2.9 Fonti interne
    2.10 Fonti secondarie esterne
    2.11 Fonti primarie

    Creative Commons License
    This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Italy License.
     
    2.1 Esplorare
     
    Una volta inquadrato l'ambiente teorico e pratico in cui ci si trova a operare, passiamo a considerare l'armamentario di tecniche che la tradizione della ricerca sociale e di marketing ci ha messo a disposizione per accedere alle fonti del lavoro di indagine, e cioè ai dati. La raccolta dei dati rappresenta il momento primo e più delicato nello studio della indagine di marketing.
     
    E' bene chiarire subito che non tutto può essere oggetto di studio sistematico. Ci sono variabili (come ad esempio la mitica "effettiva propensione all'acquisto") che possono essere valutate solo indirettamente. Qualsiasi sistema di indagine (anche nelle scienze più esatte) è necessariamente approssimativo, e in parte si costruisce da solo l'oggetto che misura.
     
    Pur essendo possibile raggiungere, attraverso la ricerca, notevoli livelli di approfondimento conoscitivo, bisogna sempre tenere presente che nessun tema può essere analizzato in termini definitivi. Anche quando se ne sa molto, non se ne sa mai abbastanza.
     
    Capita che solo alla fine della ricerca ci si senta pronti per incominciare la ricerca davvero. E questo anche se si tratta della ennesima occasione di studio per uno stesso tema. La curiosità del ricercatore di marketing (come quella dello scienziato) è destinata a rimanere eternamente tanto viva quanto, almeno un po', insoddisfatta.
     
    Nè esistono standard e formule sicure per ciascun problema. Ci sono sì alcune tradizioni consolidate, per cui in determinate circostanze si preferisce utilizzare abitualmente proprio quei metodi e non altri (come si vede meglio nella Guida 5), ma nel complesso si tende a pescare di volta in volta un po' da tutta la casistica della ricerca psicosociale, di marketing, di base. E' anzi diffusa una notevole aspirazione, da parte sia dei ricercatori sia dei committenti, a sviluppare sempre qualche nuovo modello di rilevazione.
     
    E' essenziale, prima di cominciare il lavoro di indagine, chiarire bene qual'è il problema oggetto dell'intervento di ricerca. Occorre avere idee limpide sulla identificazione e la definizione delle variabili significative per il nostro quesito. Non è raro infatti che un'analisi venga richiesta, e talvolta eseguita, senza che ne sia ben definita la ragione. Capita cioè che, pur sentendo una indefinita necessità di conoscere meglio, nè il committente nè il ricercatore riescano a stabilire in modo preciso l'obiettivo da raggiungere.
     
    Ciò dipende dal fatto che la ricerca (come si vede meglio nella Guida 9) adempie anche funzioni diverse da quella di raccogliere dei dati. La scarsa chiarezza sugli obiettivi da perseguire rappresenta però uno dei maggiori pericoli per la qualità, l'efficacia e la accettabilità delle indagini di mercato.
     
    2.2 Qualità e quantità
     
    Una prima grande distinzione, cui si fa continuo riferimento nella pratica della ricerca, è quella tra ricerche qualitative e ricerche quantitative. Tale classificazione si riferisce a due concetti che rappresentano i poli di un gradiente senza soluzione di continutità, più che a due strategie radicalmente diverse.
     
    L'indagine "quantitativa" utilizza sistemi formalizzati di raccolta dei dati. Il suo strumento più tipico è il questionario a risposte chiuse. I risultati cui porta vengono presentati sotto forma di numeri più che di parole. Fornisce una definizione precisa delle variabili, ma rigidamente determinata dalla logica e dal contenuto delle domande. Si pone degli obiettivi, limitati ma precisi, di descrizione. Serve in modo particolare alla verifica nel dettaglio di ipotesi ben circoscritte (magari derivate da una prima indagine qualitativa).
     
    La ricerca "qualitativa" utilizza invece strumenti di rilevazione che non danno luogo a una formalizzazione rigida. Il suo strumento più tipico è il colloquio libero. I risultati vengono presentati sotto forma di parole e non di numeri. Va molto in profondità nell'analisi, e permette di tenere conto anche delle variabili originariamente non previste ma che spontaneamente appaiono rilevanti agli occhi del campione contattato. Persegue scopi, ampi ma necessariamente approssimativi, di prima informazione, specie nella prospettiva di una successiva fase quantitativa di conferma (ad esempio: per definire il questionario), ovvero scopi di approfondimento per ipotesi ancora vaghe o che non c'è modo di formalizzare in modo efficace.
     
    La ricerca qualitativa, quando utilizza il metodo dell'intervista in profondità (cfr il paragrafo xxx) nell'ambito del modello di ricerca clinico-sociale (cfr il paragrafo xxx), viene generalmente chiamata anche "ricerca motivazionale". Questa terminologia tradizionale viene però criticata da alcuni ricercatori, che la giudicano riduttiva e poco scientifica. Ricorda infatti la connotazione commerciale della ricerca, nonchè la sua origine psicoanalitico-selvaggia (e, con questa, il fantasma di una sleale manipolazione artificiale delle motivazioni segrete dei consumatori).
     
    La distinzione tra "qualitativa" e "quantitativa" è di metodo e non di oggetto. Si possono benissimo studiare variabili molto concrete (comportamenti, giudizi, ecc.) anche con il metodo clinico sociale, così come si può utilizzare il questionario per studiare variabili molto soggettive (motivazioni, opinioni, ecc.).
     
    2.3 Classificazione e misurazione
     
    Qualsiasi ricerca consiste essenzialmente nella costruzione di un metodo per tradurre l'indeterminata complessità del reale, o di una sua parte, in sequenze facilmente comprensibili alla valutazione umana. In pratica: tale metodo consta essenzialmente di criteri attraverso i quali classificare gli eventi in categorie esplicative.
     
    In poche parole: l'indagine si propone di isolare le variabili che hanno influenza sul fenomeno che interessa, con il fine di attribuire alla loro dinamica un significato logico che ci permetta di conoscerle meglio e di tenerne quindi conto nel modo più utile. Attraverso la ricerca, il fenomeno studiato acquisterà una forma precisa, che prima non aveva, mentre i dati si sostituiranno alle impressioni.
     
    Il nostro problema può essere, ad esempio, una offerta di fondi di investimento alla clientela di un istituto di credito. L'area di indagine sarà dunque: rapporti col denaro, interazioni con le banche, aspettative verso il futuro ecc. Già questo è un esempio di classificazione di variabili, che inquadra il nostro tema sulla base di ipotesi. La ricerca qualitativa analizzerà tali prime ipotesi, studiando il comportamento e gli atteggiamenti degli utenti per classificarli in ulteriori categorie esplicative, quali: abitudini di rapporto con lo sportello, giudizio sul servizio attuale, ambivalenza verso il denaro, fantasie di immortalità, percezione della banca come di un genitore forte ma capriccioso, ecc. Una eventuale ricerca quantitativa potrà successivamente attribuire un peso alle variabili identificate come rilevanti, permettendo così di approntare una strategia di miglioramento dell'offerta e del servizio.
     
    Nella nostra cultura si tende spesso a tentare, oltre che una classificazione delle variabili, anche una loro quantificazione. Ciò avviene attraverso il sistema della misurazione, che consiste nell'assegnare un numero alle osservazioni, sulla base di un sistema di regole, che è per definizione convenzionale ma che viene condiviso dalla comunità dei ricercatori (e dei committenti).
     
    Occorre avere comunque ben presente che la ricerca parte sì dalla realtà, ma che i dati su cui si basa non sono la realtà in sè, bensì la sua classificazione e misurazione mediante gli strumenti di volta in volta utilizzati. Noi non studiamo dunque il comportamento del soggetto, ma la traduzione del suo comportamento naturale in categorie concettuali (qualitative o quantitative) attraverso una griglia di lettura artificiale, spesso rappresentata dalla reazione a stimoli di nostra invenzione (le domande).
     
    2.4 Ipotesi
     
    Ogni ricerca si basa su delle ipotesi, che ci si propone appunto di verificare attraverso un esame obiettivo della situazione. Tali ipotesi esistono sempre, anche se possono talvolta rimanere implicite.
     
    Si può impostare la ricerca secondo due criteri principali: per attuare un giro d'orizzonte e farsi quindi un'idea della situazione; oppure per rispondere a domande circoscritte. In realtà non esistono casi puri di nessuna delle due impostazioni, ma ogni volta si perseguono almeno un poco entrambi gli obiettivi.
     
    Nel caso di una ricerca genericamente conoscitiva, le ipotesi esistono ugualmente, anche se l'analisi viene impostata con l'idea di condurre una rilevazione senza idee preconcette. E' infatti poco sensato, oltre che inutile, cercare di studiare tutto di un fenomeno, per cui ci si limita sempre ad alcuni aspetti che in partenza si ritiene siano almeno un po' rilevanti.
    Si tratta però di una specie di pacchetto standard di ipotesi, che non hanno bisogno di essere esplicitate in quanto sono condivise dagli attori della ricerca. Di questo pacchetto fanno parte: il profilo dei soggetti da intervistare (la cui scelta implica comunque una selezione rispetto all'universo dei soggetti possibili), il metodo e gli strumenti (una indagine clinico-sociale? un sondaggio estensivo? con quali aree di approfondimento?), le tecniche di elaborazione dei protocolli (quali variabili incrociare con quali altre?), la scelta dei dati da presentare (e il modo in cui presentarli) nel rapporto finale.
     
    E' però buona norma che tali ipotesi implicite vengano quanto più possibile esplicitate, anche se possono sembrare ovvie, in base al principio secondo cui l'indagine risulterà tanto più soddisfacente quanto più si sarà definito il problema, nel dettaglio e sin dall'inizio. Può capitare infatti che il ricercatore percepisca come implicite delle ipotesi diverse da quelle che il commitente ha nella testa, e viceversa. Il rischio è allora che (magari: al termine della rilevazione) ci si accorga che la nostra osservazione a tutto campo partiva in realtà (come necessariamente, anche se magari inconsapevolmente, sempre avviene) anche da delle ipotesi inespresse ma relativamente rigide.
     
    2.5 Attualità
     
    Tutta la ricerca scientifica si basa su di una raccolta di dati che vuole essere la più aggiornata possibile. Nel caso particolare delle ricerche di mercato questa condizione diventa un requisito basilare. I dati che non siano assolutamente attuali interessano anch'essi, ma solo come punto di riferimento per inquadrare meglio la situazione di oggi. La ricerca di mercato si avvicina concettualmente all'inchiesta giornalistica: i fatti del mese scorso (e, qualche volta, quelli di ieri) non sono più attualità, ma storia.
     
    Il sistema sociale, in cui il mercato si trova immerso, è un processo in continuo divenire, su cui influisce una quantità innumerevole e imprevedibile di variabili. Il cambiamento che interviene in un punto del sistema si riflette su tutti i fenomeni collegati, arrivando talvolta a modificare tutto la struttura del contesto in cui il fenomeno studiato ha luogo.
     
    Ogni giorno intervengono fatti nuovi, e nuove evoluzioni della mentalità e del costume, che alterano almeno di un poco il quadro della situazione. E' tuttavia raro, ancorchè possibile, che queste evoluzioni diano luogo a dei salti improvvisi. Ci troviamo piuttosto in presenza di una deriva dei comportamenti e degli atteggiamenti, che scivolano inavvertitamente verso nuove posizioni arrivando talvolta a rovesciarle.
     
    Su questa tendenza evolutiva spontanea della nostra cultura intervengono poi tutte le strategie di chi si propone di agire per produrre dei cambiamenti in una direzione di proprio interesse. Ciascuno di noi è sottoposto continuamente all'effetto dei mezzi di comunicazione di massa i quali, specie attraverso la comunicazione persuasiva (pubblicitaria, politica, morale, ecc) cercano attivamente di produrre cambiamenti nella mente del pubblico. E l'unico modo per raggiungere un buon livello di relativa certezza sullo stato delle cose, e sull'effetto della comunicazione (altrui come nostra), è quello di tenere conto, per la raccolta dei dati, di quanto è intervenuto fino al momento più recente possibile.
     
    In via ideale: la ricerca di mercato è una indagine in tempo reale (metaforicamente: on line). Deve cioè proporsi, nei limiti del possibile, di registrare i fatti nel momento in cui questi si verificano. Il ricercatore svolge cioè la funzione di un monitor (di una televisione a circuito chiuso), attraverso cui tenere sotto controllo la situazione e identificare le tendenze nascenti.
     
    2.6 Pianificare sin da subito
     
    La ricerca sociale e di marketing è dunque un sistema per classificare e misurare, con il massimo possibile di attualità, il verificarsi di una o più ipotesi, implicite o esplicite, che definiscono, in tutto o in parte, la sfera d'azione del fenomeno oggetto della attività del committente. In altre parole: è un modo per capire e/o misurare la realtà di ciò che noi pensiamo influisca, oggi, sul rapporto fra il consumatore e il nostro prodotto-servizio.
     
    Per ottenere questo risultato occorre, vale sempre la pena di ricordarlo, avere ben chiaro qual'è il problema che si vuole affrontare attaverso l'indagine. Bisogna quindi dare fondo a tutte le informazioni a nostra disposizione, per impostare una rilevazione che tenga conto di tutto ciò che serve. E' bene, in particolare, osservare i dati già disponibili all'interno dell'organizzazione (vendite, distribuzione ecc). In molti casi può risultare utile anche identificare un concorrente su cui raccogliere dati che facciano da metro di confronto per inquadrare il fenomeno che ci interessa (si dice allora che la ricerca è "contro", cioè a confronto di, un prodotto-servizio cui il nostro si avvicina o con cui si trova in relazione, eventualmente di concorrenza).
     
    La massima chiarezza non può limitarsi però solo al problema, ma deve coinvolgere anche le modalità di raccolta dei dati. Una volta che l'indagine è partita (è stata "lanciata"), lo strumento di rilevazione non può infatti più venire modificato, pena una perdita di qualità dei risultati. E tale strumento non potrà misurare altro che quello per cui è stato costruito in partenza.
     
    Ciò che viene rilevato dipende inoltre dal modo in cui si pensa di elaborare i dati, una volta raccolti. E' quindi buona norma avere in mente, prima di partire, i criteri secondo cui avverrà la codifica delle risposte, ovvero un piano delle elaborazionei statistiche (e del modo, nonchè degli strumenti informatici disponibili, per realizzarle), nonchè il livello di dettaglio a cui si vuole condurre l'analisi.
     
    Occorre anche stabilire un calendario (planning) preciso dell'indagine il quale, tenendo conto degli impegni e delle esigenze di tutti i soggetti coinvolti, stabilisca con una certa precisione e rigidità i tempi di tutte le fasi dell'indagine. Benchè possa sembrare a volte una pedanteria, ciò adempie a una essenziale funzione pratica di organizzazione, e aiuta a ridurre lo spazio per fraintendimenti ed eventuali recriminazioni sia dal punto di vista del committente che del ricercatore. Occorre peraltro tenere presente che gli uomini non sono in grado di fare miracoli (dato di fatto che, in realtà, si tende spesso a dimenticare).
     
    2.7 Ieri, oggi, domani
     
    L'obiettivo dell'indagine sociale e di mercato è quello di sapere che cosa sta succedendo oggi, poichè l'azione di marketing insiste necessariamente, come capacità di analisi e di intervento, sulla situazione attuale. Si propone anche di definire probabilisticamente il futuro (prevederlo è impossibile), ma per tentare questo obiettivo non può che fare riferimento ai dati del passato (o al massimo dell'immediato presente). Risulta però spesso importante capire anche le tendenze storiche in cui il fenomeno che ci interessa è inserito, per cogliere il senso profondo della sua evoluzione sia nel passato sia verso il futuro.
     
    Le ricerche di marketing possono quindi venire indicativamente suddivise in indagini di stretta attualità, che vengono condotte una volta per tutte, e in indagini che vengono ripetute più volte, in modo pressochè identico, a distanza di tempo.
     
    Una tipica ricerca al momento dato può essere quella che si propone di valutare l'efficacia di una promozione particolare (ad esempio: l'offerta di un determinato omaggio a chi supera un certo livello di spesa in un punto vendita). Una tipica ricerca longitudinale può riguardare invece il profilo quantitativo e qualitativo dei lettori di un settiminale, che si prevede di avvicinare (tipicamente: due volte all'anno, sempre negli stessi periodi) per tutti gli anni di vita della rivista, così da coglierne i cambiamenti tendenziali.
     
    Tutte le ricerche appartengono in realtà, almeno in qualche modo, a entrambe le categorie. Ogni indagine al momento dato sviluppa infatti un'analisi dei dati che tiene conto in vario modo anche di esperienze simili attuate in passato; così come ogni indagine longitudinale consiste in primo luogo di una rilevazione attuale, ancorchè con l'importante obiettivo di metterla a confronto con il passato. E' però importante tenere conto della distinzione concettuale tra i due poli (il presente e la storia), specie dal punto di vista della pianificazione della ricerca e di un impiego lungimirante delle risorse disponibili.
     
    2.8 Fonti: individuali e collettive
     
    Il quadro attuale della ricerca di mercato, dal punto di vista di chi ne prende l'iniziativa, offre fondamentalmente due tipi di indagini: quelle comissionate da un singolo committente e quelle che coinvolgono una pluralità di utenti. Naturalmente si presentano molti casi intermedi, ma questi sono i due poli di riferimento.
     
    Le indagini individuali ad hoc raccolgono dati sulla base delle circoscritte indicazioni fornite da una singola istituzione, per affrontare un problema di suo interesse particolare.
     
    Le ricerche collettive (multiclient) raccolgono dati in via strategica, con l'obiettivo di fornire, a particolari categorie di utenti che le commissionano, uno speciale approfondimento su dati di interesse generale relativi a un fenomeno.
     
    Sono frequenti le ricerche collettive sugli utenti di una particolare categoria di prodotti e servizi, o sui mezzi di comunicazione di massa. Sono spesso rilevazioni multiclient anche le indagini psicografiche sugli stili di vita.
     
    Queste rilevazioni standard, che hanno spesso una impostazione da ricerche longitudinali, sono uno strumento prezioso per inquadrare variabili di sfondo che possono avere notevole influenza sul fenomeno che interessa a noi personalmente. Possono non costare in un certo senso nulla al singolo utente (come avviene per le indagini promosse da una associazione di cui si è comunque membri) e, anche quando si fa parte del gruppo di committenti che le finanziano, hanno un costo inferiore a quello necessario per ottenere i medesimi risultati con una indagine su misura. Presentano una utilità notevole specie per disegnare lo scenario di sfondo in cui si dipana il nostro problema, e per realizzare un confronto con gli altri operatori del settore.
     
    I limiti delle ricerche collettive consistono nella rigidità dei risultati che si ottengono. Ed è molto difficile che contengano esattamente proprio quelle domande che avremmo potuto porre in una ricerca individuale. Si tratta di indagine relativamente pubbliche, e che spesso possono venire utilizzate (almeno in parte) dai concorrenti, riducendo così la possibilità di sviluppi veramente originali. Sono condotte in tempi che possono non coincidere con quelli che ci interessano.
     
    2.9 Fonti interne
     
    Una sorgente molto importante di informazioni utili per il marketing è rappresentata dai dati già presenti all'interno dell'organizzazione. Questi comprendono tutto ciò che riguarda il market flow, e particolarmente le caratteristiche (quantità, stagionalità, reazioni ai cambiamenti di prezzo o di imballaggio, tendenze storiche ecc.) delle vendite e/o dei servizi resi.
     
    Possono venire considerate fonti interne anche i dati di archivio in genere, nonchè tutte le indagini di mercato, standard e su misura, cui si è attinto in passato e di cui si mantiene copia. Sono fonti interne anche le competenze personali degli operatori. La disponibilità di questi dati è notevolmente cresciuta con lo sviluppo delle risorse informatiche facilmente accessibili, benchè non sempre la disponibilità dei dati memorizzati in forma elettronica riesca a tradursi in quadri di analisi dei fenomeni ben chiari e mirati.
     
    Da qualche hanno un notevole contributo di conoscenza interna all'organizzazione è derivato dallo sviluppo di internet. Se l'organizzazione utilizza questo canale per comunicare con gli utenti, e lo monitorizza in modo adeguato, può ricavarne informazioni preziose (benchè relative ai soli utenti via internet).
     
    Si tratta di dati con un notevole livello di approfondimento e di obiettività, anche se non bisogna sottovalutare una certa propensione da parte di istanze interne all'organizzazione (ad esempio: la direzione commerciale) a presentare questi andamenti sotto la luce giudicata migliore, che non è necessariamente quella relativamente più obiettiva. Constano di informazioni uniche, che in linea di massima non sono note ai concorrenti. Sono dati che riguardano proprio il nostro caso. e non costano quasi nulla.
     
    Il limite maggiore delle fonti interne è quello di riferirsi in genere (salvo che per le indagini di mercato tenute in archivio) ai prodotti-servizi e non agli utenti. Nè è facile confrontarle con dati analoghi della concorrenza, data la loro natura molto specifica e riservata. Parlano del nostro prodotto-servizio, ma non del mercato nel suo insieme. Definiscono i fatti attuali più che quelli potenziali.
     
    Le fonti interne all'organizzazione sono sempre presenti nella mente del committente, ma non di rado vengono sottovalutate. Non è nemmeno frequente che vengano trattate con la sistematicità e la completezza che meritano. Capita poi che, in genere per (poco sensate) ragioni di riservatezza e di gelosia, non si mettano sufficientemente a parte i ricercatori esterni (e talvolta nemmeno i collaboratori interni) del loro contenuto, anche quando gli si commissiona una ricerca.
     
    Qualche volta i dati interni sono invece sopravvalutati, in quanto li si utilizzano come se rappresentassero un quadro completo della situazione, mentre ne esprimono solo un punto di vista molto relativo. Può capitare, in particolare, che si confonda l'andamento di propri punti vendita gestiti direttamente (negozi, bar, grandi magazzini, siti e-commerce, ecc.) con il mondo nel suo complesso. In realtà tali fonti, pur fornendo informazioni utili, non sono pienamente rappresentative nè dell'andamento del nostro prodotto-servizio nè della situazione di mercato.
     
    In conclusione: le fonti interne devono entrare a far parte del retroterra in base al quale organizzare la ricerca di informazioni esterne, ma certamente non possono sostituirsi a queste nel supportare la strategia di marketing.
     
    2.10 Fonti secondarie esterne
     
    Le fonti secondarie di informazione sono rappresentate da tutte le occasioni di conoscenza che, pur nate per iniziativa di soggetti diversi dalla nostra organizzazione, forniscono ugualmente dati connessi al problema in oggetto. Su questi dati, che pure originano da ragioni indipendenti da noi, è tuttavia possibile condurre una analisi secondaria utile per i nostri fini.
     
    Si tratta tipicamente di risultati standard, raccolti da enti e istituti per finalità proprie alla loro ragione sociale. A questi vanno però aggiunte tutte le informazioni di ricerca che vengono pubblicate dalle organizzazioni, e nelle sedi, più disparate. Alcune fonti di questo tipo sono reperibili nella sezione "Fonti" di questo sito e più in generale sul web, cercandoli con i motori di ricerca.
     
    Ogni operatore di marketing, e ogni ricercatore, deve necessariamente dedicare una parte del proprio tempo alla costante analisi sistematica di tutto quello che gli capita intorno (e che viene pubblicato su giornali, riviste, bollettini, monografie di ogni tipo, e naturalmente sulla rete). Si tratta di un investimento e di una necessità. E' infatti facile sottovalutare l'utilità della lettura di libri e riviste scientifiche, anche al di fuori del contesto di marketing, per trovare sempre nuovi elementi di conoscenza, oltre che idee e possibili soluzioni.
     
    Sono fonti secondarie i modelli econometrici, che forniscono scenari e proiezioni sull'andamento della società nel suo complesso. Sono fonti secondarie tutte le relazioni governative, di settore, di categoria, private, scientifiche, di istituti specializzati.
     
    Una tipica fonte di dati standard è rappresentata, ad esempio, dalle rilevazioni attuate dall'Istituto Centrale di Statistica (Istat), che vengono pubblicate sotto forma di volumi e bollettini e di cui sono disponibili anche delle registrazioni su nastro magnetico per elaboratori elettronici. Queste riguardano i dati generali, aggiornati anno per anno sul censimento della popolazione, ma anche tutta una serie di studi specifici riguardanti l'istruzione, il lavoro, la salute, le malattie, la lettura, il tempo libero, il turismo, i consumi ecc. degli italiani.
     
    Altre fonti molto utili sono le rilevazioni periodiche che vengono condotte, sui più diversi temi, da istituti di ricerca privati. Tra queste possiamo ricordare, a titolo di esempio, il rapporto annuale sullo stato del paese pubblicato dal Censis, le indagini ricorrenti sull'impiego degli elettrodomestici, piuttosto che dei farmaci, quelle sulla lettura della stampa periodica, sul pubblico della televisione, della radio ecc.(molte di queste informazioni sono raggiungibili dalla sezione "Fonti" di questo sito).
     
    I dati di alcune fra queste indagini sono disponibili pubblicamente, in via sostanzialmente gratuita. I risultati di altre, che sono propriamente indagini private multiclient, richiedono invece il pagamento di cifre non indifferenti. Ve ne sono poi alcune, ad esempio nel caso delle ricerche sui mezzi di comunicazione, che vengono finanziate dagli editori e poi messe liberamente a disposizione degli interessati.
     
    In Italia ci sono alcune pubblicazioni periodiche che presentano al pubblico i dati di ricerche direttamente condotte su temi generali, ovvero che riportano in sintesi varie notizie sulla indagine sociale e di mercato raccolte in varie parti del mondo. Un'altra grande fonte è rappresentata dalle (ingiustamente dimenticate) biblioteche pubbliche, specie universitarie, e da quelle di settore, specie dalla consultazione del catalogo per argomenti.
     
    Negli ultimi anni si sono affermate le banche dati, accessibili mediante terminali computerizzati (o su CD rom), che permettono l'accesso a una vasta pubblicistica internazionale. Attingendo a queste fonti è possibile ottenere sia i riassunti sia (talvolta) il testo completo dei rapporti di ricerche condotte, sui temi più diversi, in tutte le parti del mondo. La fruizione di tali banche dati è talvolta possibile direttamente, allacciandosi alla rete.
     
    Il pregio di queste fonti sta nel loro costo spesso limitato o anche nella loro disponibilità gratuita, nella ricchezza del quadro di riferimento che possono fornire (a saperle leggere), nella grande scientificità che ne caratterizza almeno una parte. Il difetto sta nella scarsa attendibilità di un'altra parte, nel fatto che possono sì essere lette ma è raro che ce ne venga fatta una vera e propria presentazione, nella incapacità a rispondere a domande molto dettagliate, molto tempestive, o molto specifiche che attengano al nostro problema specifico.
     
    Le fonti secondarie esterne sono uno strumento fondamentale per la ricerca di marketing. Motivi di ordine pratico, specie nei termini di una preoccupazione per l'aumento di lavoro e di una malintesa esigenza di celerità e specificità nell'affrontare il nostro problema (oltre che di gelosia da parte di alcuni ricercatori), ne hanno limitato fino a oggi le potenzialità. Lo sviluppo dell'informatica, e una maggiore disponibilità scientifica degli operatori, sta però restituendo loro la meritata importanza.
     
    2.11 Fonti primarie
     
    Le fonti primarie della ricerca sociale e di marketing sono i dati originali, raccolti direttamente sul campo. Per riprendere la definizione fornita dal codice internazionale Esomar, si tratta di ciò che possiamo ricavare direttamente da ciascun informatore (informant) inteso come "qualunque individuo, gruppo o organizzazione da cui viene richiesta qualsiasi informazione da parte del ricercatore per gli scopi della progettazione, della rilevazione ecc. attinenti alla ricerca di marketing indipendentemente dal tipo di informazione raccolta o dal metodo o tecnica impiegati per ottenerla".
     
    La fonte primaria viene attentamente selezionata, nei limiti del possibile, direttamente dal ricercatore, costruendola su misura per i suoi scopi. E' tanto più indispensabile quanto più il problema affrontato è particolare e originale.
     
    Nella pratica, la ricerca di marketing si fonda essenzialmente su fonti primarie. Anche le indagini che capita di utilizzare in via secondaria si basano all'origine su una raccolta diretta di dati presso gli utenti.
    La vera e propria rilevazione dei dati consiste di una serie di tecniche per raccogliere sistematicamente, presso il pubblico, le informazioni che ci interessano. Questa viene presentata nelle Guide immediatamente successive a questa.
     
     
     
     

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    L'autore delle Schede di PsicoTecnica-Itapi, sulla Ricerca sociale e di marketing, è Felice Perussia.
    Il testo della Guida è stato depositato secondo le leggi sulla stampa.
     
     
    La versione cartacea è disponibile, con il titolo "Introduzione alla Ricerca di Mercato", presso la casa editrice: CUEM: Via Festa del Perdono, 3 - 20122 Milano
    fax: 02-76015840 - e-mail: cuem@galactica.it - www.accu.mi.it
    I (limitati) diritti d'autore di tale edizione a stampa sono interamente devoluti alla Fondazione Telefono Azzurro.
     

    Editors of ITAPI Programme :

    Felice PERUSSIA (director)

    Andrea BOARINO

    Renata VIANO

     

     
     
     

     
    Vale sempre la pena di fare Ricerca con ITAPI
     
    La Divisione per la Ricerca PsicoSociale di ITAPI è fondamentalmente un modo con cui ci piace di partecipare alla comunità dei ricercatori e degli operatori, dando una mano a tutti (se possibile).
    La Divisione Ricerca Psico-Sociale applicata di ITAPI (ovvero il Laboratorio di PsicoTecnica) conduce da molti anni con successo molte ricerche (sia qualitative, sia quantiative, sia creative) sulle opinioni, la comunicazione, i comportamenti di consumo, gli stili di vita, il marketing.
     
     
    347 . 4657631 - 347 . 4753143
     
     
     
    Da quando la divisione Ricerca Sociale di ITAPI è apparsa sulla rete, riceviamo continuamente (da parte di molti professionisti, studiosi, studenti ecc) richieste di approfondimenti teorici, consigli di ricerca, delucidazioni e suggerimenti vari sul tema delle ricerche di marketing e d'opinione, sulla psicologia dei consumi, sulla comunicazione ecc.
    Tuttavia: per svariate ragioni (soprattutto perchè una risposta dettagliata richiede davvero molto tempo), pur con tutta la buona volontà, ci siamo resi conto che non riusciamo a fornire una risposta scritta in tempi utili per chi ci pone le domande. E ce ne dispiace. Nè ci sembra corretto scrivere a uno sì e a dieci altri invece no (in base a quale criterio?).
    Abbiamo quindi deciso, almeno per il momento, che risponderemo a voce. Se dunque avete domande da porre direttamente, sul tipo di quelle che possono essere esaudite in un colloquio di consulenza per una ricerca, fatelo pure.
    Potete dunque interpellarci per telefono (siamo abituati a rispondere). La cosa non dà luogo a nessun tipo di impegno (in particolare: è ovviamente, almeno secondo la nostra filosofia, un servizio gratuito alla collettività).
     
     
     
     

     
     
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    Felice Perussia, direttore del Programma di Ricerca, vi saluta assieme a
    Renata Viano, Andrea Boarino e tutto il gruppo di lavoro che collabora allo sviluppo di ITAPI.
     

     
     

     
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