ITAPI - LABORATORIO ITALIA
     RICERCA SOCIALE E DI MARKETING

    ricerca di base sulla personalità ricerca psicosociale applicata
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    PSICOTECNICA - Viale Cirene 3, 20135 Milano - Spazio PSICOTECNICA, Via San Rocco, 20, 20135 Milano
    Direttore Scientifico: Prof Felice Perussia - Direttore Generale dei Servizi Psicologici: Dr Renata Viano PhD
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    LABORATORIO ITALIA
    PsicoTecnica & ITAPI
     
     
     
     
     
     
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    Benvenuti a Laboratorio Italia: la Divisione per la ricerca psicosociale applicata alla comunicazione, ai comportamenti di consumo, al marketing di PsicoTecnica e Itapi.
     
     
     
     
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     Felice PERUSSIA
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    Itapi-VALORI
    Manuale psicometrico
     
     
    E' stato pubblicato il Manuale ufficiale dell'Inventario Italiano dei Valori (Italia Values Inventory).
     
     Felice PERUSSIA
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    Manuale psicometrico
     
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    This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Italy License.

    ITAPI ® Programme is an international scientific network for research and (freeware) research tools in personality and social psychology.

    In particular, the Italia Personality Inventory "ITAPI-G" is currently available in the following languages:

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    Manuale ufficiale dell'Inventario Italiano di Personalità (Italia Personality Inventory) forma G (Generale).
     
     
     
    Il caso delle elezioni politiche italiane 2006: un esempio di ricerca con ITAPI-G e Itapi-VALORI .
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    La gran parte dei materiali messi in condivisione su itapi.psicotecnica.com rappresenta una sintesi e in parte uno sviluppo (specie con riferimento a risorse reperibili in internet) di quanto viene prodotto nell'ambito del Programma ITAPI.
    La nostra procedura di ricerca tipica è:
    A) lavoro di esame della letterattura e soprattutto di indagine in laboratorio e/o sul campo;
    B) redazione di un Rapporto Tecnico che presenta in termini molto approfonditi quel passaggio;
    C) redazione di un testo, a più ampia diffusione, che sintetizza un'intera fase della ricerca, anche a partire dai Rapporti Tecnici; come nel caso del Manuale di ITAPI-G;
    D) progressiva e trasparente messa a disposizione della collettività di scienziati, professionisti, studenti e utenti, in licenza freeware e opensource, della gran parte (e comunque di tutto quanto è essenziale) del materiale già pubblicato (tramite itapi.psicotecnica.com).
     
    E' facile rendersi conto di come tutto questo lavoro possa essere lungo, complesso e in continua evoluzione.
    Cerchiamo di aggiornare le varie parti del sito, per quel che ci riesce, almeno mensilmente (un po' come una rivista).
    Ma c'è molto (di già realizzato) che stiamo ancora aggiungendo.
    Tornate a trovarci e ne troverete sempre di più.
    Grazie.
     

    Benvenuti in Laboratorio Italia: Divisione per la ricerca psicosociale applicata alla comunicazione, ai comportamenti di consumo, al marketing di PsicoTecnica e Itapi.
     
     
    Direttore Scientifico:
    Prof. Felice Perussia
    (Università degli Studi di Torino)
    Guida 6
    Modelli e Strategie
    INDICE DELLA PAGINA
     
    6.1 Fasi della ricerca
    6.2 Strategie e tattiche
    6.3 Ricerca a tavolino
    6.4 Ricerca sul campo
    6.5 Esperimenti in laboratorio
    6.6 Esperimenti sul campo
    6.7 Ricerche clinico sociali
    6.8 Ricerche estensive
    6.9 Panel
    6.10 Omnibus
    6.11 Telefoniche
    6.12 Postali
    6.13 Psicografie
    6.14 Giurie
    6.15 Laboratori creativi
    6.16 Ricerche industriali
    6.17 Panel sulla distribuzione
    6.18 Tempi e costi

    Creative Commons License
    This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Italy License.
     
    6.1 Fasi della ricerca
     
    Non esistono due ricerche uguali. Molte indagini, tuttavia, si assomigliano. La sequenza degli eventi può dunque venire schematizzata in una serie di fasi, che rappresentano nello stesso tempo ciò che avviene mediamente in un caso tipo ma anche ciò che è auspicabile possa accadere in tutte le situazioni. I momenti di tale processo non sono necessariamente nell'ordine preciso in cui vengono elencati qui, e in parte si sviluppano anzi parallelamente fra di loro. La linea evolutiva è comunque tendenzialmente impostata in questo modo.
     
    Tutto comincia quando nasce nell'organizzazione una esigenza. Si consolida dunque la sensazione di un bisogno da soddisfare. Viene definito il problema che sembra corrispondere a tale senso di una mancanza. Si sceglie fra le alternative. Si esaminano i dati già disponibili. Si raccolgono informazioni presso il ricercatore interno. Si definiscono le risorse a disposizione.
     
    A questo punto si prendono contatti con strutture di ricerca esterne. Si formulano e si discutono le prime ipotesi. Si definisce la struttura della ricerca. Si stabilisce la misura dei costi. Viene attuata l'indagine preliminare. Si apportano le necessarie correzioni al piano (al questionario) di partenza. La ricerca parte. Si scende sul campo per la rilevazione diretta.
     
    I dati raccolti vengono elaborati. Il ricercatore analizza le elaborazioni e stende il rapporto. La ricerca viene presentata al committente. Si sviluppa una discussione interna all'organizzazione sui risultati ottenuti. Vengono prese delle decisioni (in primo luogo, ma non solo, di marketing). Si comincia ad avvertire una nuova esigenza da soddisfare.
     
    Vediamo dunque alcuni modi in cui, per far fronte alla molteplicità delle occasioni in cui un simile processo si presenta, sono state organizzate nella pratica varie modalità concrete di indagine.
     
     
    6.2 Strategie e tattiche
     
    Anche la ricerca, come qualsiasi intervento sulla realtà, può essere descritta a vari livelli. C'è, alla base, una dimensione strategica, che riguarda la pianificazione generale della volontà conoscitiva. Ma c'è anche una dimensione tattica, che si riferisce al concreto impegno delle forze disponibili (al momento dato) per raggiungere quegli obiettivi che sono circoscritti alle ristrette necessità di quella particolare fase dell'azione organizzativa.
     
    Per quanto concerne la ricerca di marketing, l'obiettivo strategico è quello, molto generale, di sapere tutto, nel modo migliore, o quanto meno di avere a disposizione tutti gli elementi essenziali per addivenire alla scelta operativa migliore. Sul piano tattico si tratta invece di riuscire, date le limitate risorse oggi disponibili, a conoscere, con un livello almeno accettabile di precisione, ciò che in questa fase ci serve.
     
    Nella pratica dei fatti, comunque, i modelli di ricerca non vengono reinventati ogni volta. Ci sono alcuni paradigmi "normali" di indagine che vengono usati ricorrentemente, sulla base di ciò che è stato messo in luce dalla ricerca di base e dall'esperienza, ed è fra questi che si tenderà a scegliere di volta in volta la propria tattica personale. Pur proponendosi sempre di inventare qualche cosa di nuovo, e comunque di adattare ("personalizzare") lo strumento normale alle proprie esigenze specifiche, i tipi di indagine effettivamente utilizzati sono più o meno sempre gli stessi.
     
    Passiamo dunque a esaminare una serie di schede che ci presentano i più diffusi modelli di ricerca. Si tratta, anche qui, di descrizioni indicative, che hanno la funzione di evocare le diverse modalità, senza minimamente esaurirne le complesse sfumature teoriche e operative. E' una classificazione concreta, ispirata alla pratica quotidiana, in cui non mancano approssimazioni e sovrappozioni. Anche il rilievo, teorico e pratico, di ciascun modello è piuttosto variabile da un caso all'altro.
     
     
    6.3 Ricerca a tavolino
     
    La ricerca a tavolino (desk survey) consiste nel raccogliere tutti i dati già disponibili in letteratura, nello studiarli e confrontarli, fino a giungere a un quadro della situazione in esame. E' un tipo di indagine che viene continuamente messo in atto anche senza accorgersene, quando si leggono i giornali (specie quelli specializzati), o quando si studiano libri e monografie dedicati a qualche argomento di settore, o quando si consulta internet. L'indagine a tavolino è una versione sofisticata delle tipiche "ricerche" che si fanno a scuola. Il lavoro a tavolino tende a coincidere con l'impiego delle fonti secondarie.
     
    Ricordo qui che le fonti di informazione possono essere svariate. Esistono anche degli ottimi repertori di pubblicazioni che ci dicono dove poter reperire i dati necessari. Vi sono le pubblicazioni ufficiali di larga diffusione, quali ad esempio riviste, libri, bollettini statistici, atti di convegni ecc. Vi sono poi informazioni più difficili da raggiungere (in quanto non vengono pubblicate con regolarità), ma sempre reperibili, che possono venire richieste direttamente a enti e istituzioni pubbliche e private che operano nel settore. Qualche esempio di tali riferimenti può essere ritrovato anche alla pagina "Fonti" di questo sito.
     
    I pregi della ricerca a tavolino stanno nel fatto di costare relativamente poco. Non richiedono una organizzazione particolarmente complessa. Un ricercatore capace è del resto in grado di delineare un quadro piuttosto ampio e utile della situazione generale utilizzando esclusivamente dati rilevati in questo modo.
     
    La ricerca a tavolino presenta tuttavia diversi limiti. Anch'essa ha un prezzo, dato che può richiedere l'acquisto di documenti e la visita di biblioteche e centri studi anche molto esclusivi. Può occupare non poco tempo, specie quando il tema è molto particolare e i dati in proposito vanno cercati col lanternino. Raramente riesce a fornirci esattamente i dati che ci servono, dato che, ad esempio, le ricerche compulsabili hanno questionari, unità di misura, campioni, tempi di rilevazione, modalità di aggregazione dei dati, ecc spesso diversi da quelli che vorremmo. Risentono molto della qualità intellettuale e scientifica di chi le conduce, nel senso che questi deve mettere molta creatività e capacità di muoversi nel mondo della ricerca per produrre risultati che non siano banali.
     
    La ricerca a tavolino viene dunque utilizzata particolarmente per la definizione degli scenari. Fornisce ottimi spunti per inquadrare in un contesto più ampio i dati di una ricerca sul campo. Si presta bene a raccogliere informazioni nella fase preliminare della ricerca, quando le idee non sono ancora ben chiare e si va in cerca di punti di riferimento che circoscrivano la questione.
     
    6.4 Ricerca sul campo
     
    Nella categoria delle rilevazioni sul campo rientra praticamente la stragrande maggioranza delle ricerche organizzate appositamente, e che portano alla raccolta di dati che prima non esistevano. L'indagine sul campo produce sempre dei protocolli originali, cioè degli atti di misurazione altrimenti non accessibili.
     
    La ricerca sociale e di mercato che viene attuata sul campo consiste in sostanza nella invenzione di qualcosa che non è visibile in nessun altro modo. Non esiste, lo abbiamo già evidenziato, un oggetto fisico cui corrispondano le immagini, gli atteggiamenti, le opinioni. E' solo la ricerca che ne costruisce il profilo, anche se è proprio da tale impalpabile trama che discendono le concretissime azioni degli utenti.
     
    I modelli della ricerca sul campo derivano da tutta la tradizione della ricerca scientifica nell'area psicologica, sociale, sulla comunicazione e, naturalmente, di marketing.
     
     
    6.5 Esperimenti in laboratorio
     
    Nel linguaggio tradizionale della ricerca psicologica si distingue tra la ricerca in laboratorio e quella sul campo. La prima avviene nel chiuso di una situazione controllata dallo sperimentatore. La seconda raccoglie invece dati dalla realtà naturale. Nel laboratorio le circostanze sono, in via di principio, dominate dal ricercatore. Sul campo ci si limiterebbe invece a registrare ciò che avviene per conto suo, nella realtà esterna.
     
    La correttezza di una simile distinzione concettuale viene oggi messa in dubbio, sia perchè le situazioni di laboratorio si discostano in realtà solo molto relativamente dalla vita quotidiana, sia perchè le indagini sul campo sono dotate di strumenti di rilevazione altrettanto precisi (o imprecisi) di quelli impiegati in laboratorio.
     
    Esiste tuttavia, anche nella ricerca di marketing, una serie di casi che si presentano come chiaramente più vicini all'idea del laboratorio che non a quella della rilevazione sul campo. Tali casi si basano infatti sul modello, prospettato dalla teoria generale del metodo sperimentale, in base al quale occorre organizzare delle situazioni in cui tutte le variabili in gioco sono sotto il relativo controllo dello sperimentatore.
     
    La sperimentazione consiste allora nel modificare una sola delle variabili (variabile indipendente). I cambiamenti che eventualmente si verificano nel sistema (e particolarmente nella variabile dipendente) sono allora interpretati come l'effetto esercitato dalla prima variabile.
     
    L'esperimento si basa in sostanza su di un confronto tra il prima e il dopo, rispetto all'intervento di un fattore nuovo indotto dallo sperimentatore. Le condizioni della ricerca sono il più possibile controllate. Per avere un punto di riferimento sicuro ai fini della valutazione, si utilizzano in genere dei gruppi di controllo, identici ai gruppi oggetto dell'esperimento, ma dove la variabile sperimentale non viene manipolata.
     
    Gli esperimenti in laboratorio, quando riescono, hanno il pregio di essere molto precisi, ma risultano anche piuttosto costosi e spesso relativamente lontani dalla realtà quotidiana del comportamento umano. Si utilizzano in effetti piuttosto di rado, nella ricerca di mercato. In questo ambito, esistono tuttavia alcuni esempi classici di ricerca sperimentale.
    Si possono utilizzare ad esempio alcuni rilevatori dello stato emotivo del soggetto, che ci forniscono indizi sulle sue reazioni di fronte a particolari stimoli (si tratta di quella che popolarmente, quanto impropriamente, viene detta: macchina della verità). Vengono utilizzati strumenti per la misurazione del riflesso pupillare (allargamento e restringimento della pupilla), ovvero lo psicogalvanometro, che consiste di un elettrodo (applicato in genere ad un dito della mano) che registra la variazione della resistenza elettrica della pelle in connessione con la sudorazione. L'idea di fondo è che il coinvolgimento emotivo del soggetto sia testimoniato appunto dall'allargarsi della pupilla e dall'aumento della risposta galvanica superficiale, ovvero da altri semplici indicatori fisiologici.
     
    Un'altra tipica macchina sperimentale utilizzabile nella ricerca di mercato è il techistoscopio. Questo consiste di uno strumento grazie al quale è possibile presentare (in genere, ma non necessariamente, proiettandola su di uno schermo) una immagine per un tempo talmente breve (una frazione di secondo) che il soggetto non è in grado di esplorare lo stimolo per intero, ma si limita a registrarne solo le caratteristiche più evidenti.
     
    L'idea di fondo è che sia possibile ricavare in questo modo la sostanza essenziale di ciò che viene percepito, verificando dunque che gli elementi rilevanti di ciò che si vuole comunicare siano decisamente visibili. Il metodo viene impiegato, in particolare, per valutare la percezione di messaggi pubblicitari, o di confezioni di prodotti. Si tratta peraltro di una tecnica di cui si parla molto nell'ambiente, ma che viene di fatto applicata assai poco.
     
     
    6.6 Esperimenti sul campo
     
    Gli esperimenti sul campo rappresentano una situazione ancora più ibrida. Questi cercano infatti di mantenere le caratteristiche di rigore, e di dettaglio nella definizione della variabile sperimentale, che sono proprie del laboratorio, ma applicandole a una situazione sostanzialmente naturale (o meglio: reale). La rilevazione avviene in un contesto (set) quotidiano, di cui viene modificata, almeno in via di principio, una sola componente.
     
    I più tipici esperimenti sul campo, nel contesto del marketing, vengono condotti direttamente sul punto vendita. Un negozio, o un supermercato, possono infatti venire considerati situazioni relativamente uniformi e controllabili. Si modifica, ad esempio, un qualche particolare, e se ne rilevano i riflessi sui comportamenti d'acquisto.
     
    Si possono collocare delle nuove confezioni (con offerte speciali, con colori differenti) di un determinato prodotto accanto a quelle tradizionali, per vedere quanto queste raccolgono il favore del pubblico. Si possono diffondere differenti tipi di musica dagli altoparlanti, e vedere se il sottofondo musicale in sè e per sè, ovvero i diversi generi di musica, possono avere un qualche effetto sugli atti di acquisto da parte del cliente medio.
     
    Gli esperimenti sul campo hanno il pregio di non presentare particolari difficoltà organizzative, e di essere molto realistici. Si svolgono però sotto gli occhi di tutti, e possono quindi mettere in allarme la concorrenza. Questa, deducendo dal tipo di intervento realizzato le possibili intenzioni strategiche dello sperimentante, può essere indotta (più o meno a proposito) a reazioni, e in particolare ad anticipazioni delle mosse avversarie, che possono risultare negative per chi ha commissionato la ricerca.
     
     
    6.7 Ricerche clinico sociali
     
    Le ricerche clinico sociali rappresentano, oltre che un metodo, una delle modalità più significative di intervento della ricerca di marketing. Esistono ricercatori, e Istituti, che si occupano esclusivamente di queste. Assorbono inoltre una parte cospicua degli investimenti nel settore.
     
    Le ricerche clinico sociali rappresentano le eredi leggitime (e ampiamente rinnovate) dei più tradizionali sondaggi motivazionali di antica memoria. Consistono in sostanza nella rilevazione di dati, al momento non chiaramente quantificabili, sulla base di domande poco strutturate. Si basano su colloqui clinici individuali e di gruppo, vengono condotte da psicologi, e si propongono di approfondire un tema, e cioè di capire le aree concettuali in cui questo si struttura, ma non di quantificarlo rigidamente.
     
    Abbiamo già affrontato, in pratica, questo tipo di ricerca, nella Scheda che tratta il tema dei colloqui liberi. Lo riprenderemo dunque qui solo per descriverne alcune caratteristiche operative.
     
    Questo modello di indagine si basa su di un limitato numero di colloqui. Le dimensioni più abituali, in Italia, oscillano fra le 16/20 e le 40/50 interviste individuali, cui si possono affiancare 2/6 colloqui di gruppo. Una tipica ricerca clinico sociale standard, di dimensioni già significative, può essere composta di 30 colloqui individuali e 2 colloqui di gruppo.
     
    Secondo alcuni ricercatori, è preferibile utilizzare solo le interviste individuali, in quanto più spontanee e libere da deformanti influenze sociali. Secondo altri, le riunioni di gruppo sono più stimolanti per i soggetti e portano alla luce propensioni altrimenti non rilevabili.
     
    In questo tipo di ricerca giocano un ruolo determinante le qualità tecniche e personali del gruppo di ricerca. Vi hanno notevole rilievo anche gli incontri collettivi cui partecipano gli psicologi che eseguono le interviste, sotto la supervisione del direttore. La rilevazione sul campo è infatti preceduta da una riunione informativa preliminare, in cui vengono esposti gli obiettivi e le modalità dell'indagine, ma in cui non di rado si sviluppa un primo esame del tema in questione (alla luce delle competenze psicologiche, e dell'esperienza professionale, dei partecipanti).
     
    A conclusione della rilevazione sul campo si tiene poi una riunione di approfondimento, che non dura meno di mezza giornata (e può arrivare ad un giorno o due), in cui tutti gli psicologi riprendono liberamente i contenuti emersi nella rilevazione, li analizzano e li discutono con il direttore della ricerca, fino a raggiungere una prima serie di conclusioni. In tale riunione si tende ad andare oltre i dati puri e semplici, che verranno comunque analizzati sistematicamente in seguito da chi scriverà il rapporto finale, per lasciarsi andare a interpretazioni approfondite e originali.
     
    Le elaborazioni prodotte in quest'ultima circostanza sono spesso molto stimolanti. Capita dunque che il committente voglia essere presente a tale riunione (presenza che secondo alcuni è deformante e secondo altri accettabile), o quanto meno chieda di poterne visionare la registrazione in video. La riunione finale rappresenta infatti, essa stessa, una forma di colloquio di gruppo, anche se, questa volta, con la partecipazione di testimoni molto specializzati.
     
    Come abbiamo già notato con riferimento ai colloqui che ne sono alla base, le ricerche clinico sociali sono particolaremente apprezzabili per la loro versatilità, per la possibilità di affrontare, e soprattutto approfondire, temi nuovi, per la capacità di rilevare dati non prevedibili in partenza. Hanno però il difetto di essere potenzialmente arbitrarie, poco generalizzabili, con un certo rischio di errori nel campionamento, relativamente costose (almeno in rapporto alle dimensioni del campione).
     
     
    6.8 Ricerche estensive
     
    Sono ricerche estensive tutte quelle che utilizzano campioni con pretese di significatività statistica rispetto all'universo da cui sono tratti. La gran parte delle ricerche sul campo hanno tale impostazione estensiva.
    Si basano in genere sull'uso di questionari (talvolta digitati direttamente al computer), e danno luogo ad una quantificazione delle variabili oggetto della ricerca. I dati raccolti vengono elaborati, di solito per mezzo di elaboratori, in modo a volte anche molto sofisticato.
     
    Molte delle ricerche considerate in questa sede sono appunto estensive, e non vale dunque la pena di dedicare loro un paragrafo a sè, dato che si confondono con altri momenti della Guida. L'unica ragione per cui ne parliamo qui separatamente è per sottolineare la loro diversità concettuale rispetto agli altri principali tipi di ricerca: a tavolino, in laboratorio, clinico sociale.
     
     
    6.9 Panel
     
    Alcune ricerche utilizzano, invece che campioni costituiti di volta in volta, un gruppo prefissato di soggetti, i quali vengono reclutati appositamente per essere reiteratamente intervistati nell'arco di un certo periodo di tempo. Questo tipo di campione viene definito, con termine originariamente inglese ma che è entrato ormai a far parte della nostra lingua, "panel" (letteralmente: elenco degli appartenenti a una categoria; o anche: comitato).
     
    Il panel deve restare più o meno identico in una serie di rilevazioni successive, in quanto la sua funzione è quella di rappresentare un campione stabile della popolazione. Ciò che interessa rilevare sono infatti le fluttuazioni nel tempo. Stante che si tratta sempre degli stessi soggetti, è presumibile che tali cambiamenti rappresentino una modificazione generale di atteggiamenti e comportamenti da imputarsi a ragioni che non hanno a che fare con le differenze di campionamento (come potrebbe avvenire invece con gruppi di intervistati ogni volta diversi). Il metodo del panel tende insomma a ridurre alcuni aspetti dell'errore di campionamento.
     
    In realtà, il panel non rimane quasi mai identico a se stesso. Ci sono soggetti che vengono a mancare lungo la strada, per scelta o per ragioni indipendenti dalla loro volontà. E' inoltre frequente che chi organizza il panel preferisca rinnovare di quando in quando almeno una parte dei soggetti (con un subacampione dalle caratteristiche se possibile identiche rispetto alla parte eliminata), così da ridurre l'effetto di abituazione negli intervistati.
     
    Il panel richiede un complesso sforzo organizzativo, specialmente quando ci si trova a impiantarlo per la prima rilevazione. In seguito, una volta costituito, è relativamente più semplice mantenerlo in funzione (anche se i problemi continuano ad essere notevoli). Può peraltro risultare un metodo relativamente costoso, specie per il fatto che i membri del panel possono dover essere compensati. Può risultare molto costoso anche il sistema di rilevazione, se ad esempio si forniscono i soggetti di un computer con modem per raccogliere le risposte.
     
    I pregi del panel sono di ordine pratico, nel senso che si ha sempre a disposizione un campione standard omogeneo e stabile nel tempo. I confronti longitudinali sono dunque facilitati e resi molto attendibili. E' un sistema assai efficace per produrre serie storiche veramente comparabili, con un buon livello di sicurezza.
     
    In quanto membri di un panel, i soggetti sono in genere più disponibili (se confrontati con quelli scelti casualmente) a farsi intervistare anche a lungo. E' del resto possibile raccogliere informazioni di base, sia anagrafiche sia su atteggiamenti e comportamenti di carattere generale, solo la prima volta, per limitarsi successivamente alle informazioni più specifiche.
     
    Gli elementi negativi del panel consistono nella tendenza dei soggetti che ne fanno parte a sviluppare una specie di "sindrome del testimone", nel senso che si sentono osservati e quindi anche giudicati, ovvero entrano nel ruolo di rappresentanti ufficiali dell'umanità, per cui propendono a comportarsi secondo ciò che sembra loro moralmente corretto, o in base a ciò che pensano li ponga in una luce migliore, invece che nei modi spontanei della loro reale vita di tutti i giorni. Il rischio è insomma che perdano di tipicità in quanto, familiarizzandosi con la regolarità delle rilevazioni, possono non essere più rappresentativi della media della popolazione.
     
    Oggi sono disponibili in Italia panel organizzati per rilevare dati di comportamento e di atteggiamento riguardo ai temi più svariati, che comprendono tra l'altro: farmacie, prodotti dietetici, cosmetici, profumerie, ospedali, vari prodotti medici e veterinari, quasi ogni tipo di consumo e di consumatore.
     
     
    6.10 Omnibus
     
    Le ricerche dette omnibus sono rilevazioni estensive che utilizzano un questionario molto disparato, attraverso il quale vengono raccolte informazioni per una pluralità di committenti. Sono chiamate così perchè vengono utilizzate in modo simile allo stereotipo dei mezzi pubblici: ci si sale sopra per brevi tratti, hanno una utilità relativa e sono un po' scomodi ma costano poco e possono servire. In realtà possono anche risultare molto efficienti, ed economicamente vantaggiose, specie per indagini dagli scopi limitati.
     
    Le ricerche omnibus consistono in pratica nella organizzazione di un field standard, che si basa in genere su di un campione nazionale spesso dalle caratteristiche fisse (molto simile ad un panel), il quale viene organizzato da un istituto ed offerto sul mercato, come un servizio, a tutti gli interessati. Il questionario con cui si avvicina il campione è formato da singole domande avanzate da una vasta serie di ricercatori. In linea di massima chiunque può "comprare una domanda", o solo due o tre domande, in una rilevazione omnibus. L'item verrà sottoposto a tutti i soggetti del campione, in mezzo a molte altre domande sugli argomenti più disparati.
     
    Ci si affida ad una omnibus specialmente per raccogliere dati di base da cui partire per approfondimenti con ricerche su misura. Può servire, tra l'altro, per stabilire i criteri su cui basare il nostro campione futuro (venendo, ad esempio, a conoscere, attraverso l'impiego di una sola domanda, la quantità ed il profilo anagrafico degli utenti di un determinato prodotto-servizio).
     
    Il pregio maggiore della partecipazione a indagini omnibus sta nei costi limitati, in quanto le spese per l'organizzazione della rilevazione (tra le più rilevanti nella effettuazione di una ricerca) sono ripartite tra molti committenti. Il tempo di effettuazione dell'indagine può risultare particolarmente breve, dato che le rilevazioni avvengono a ondate successive e indipendenti, per cui è possibile salire piuttosto rapidamente sulla prima rilevazione che viene lanciata.
     
    Le indagini omnibus sono considerate affidabili in sè, ma un po' troppo superficiali e standardizzate per poter andare veramente a fondo nell'ambito del problema che ci interessa. Vengono spesso utilizzate nel caso in cui si disponga di risorse economiche limitate. Se si possiedono mezzi maggiori (tali che permetterebbero di inserire molte più domande nell'omnibus), allora vale in genere la pena di organizzare una ricerca individuale su misura.
     
     
    6.11 Telefoniche
     
    Le ricerche telefoniche sono rilevazioni estensive, impostate in modo simile a tutte le altre indagini basate su questionario, ma che impiegano il telefono come principale strumento di rilevazione. L'intervista non avviene cioè attraverso un faccia-a-faccia tra intervistatore e intervistato, bensì mediante una telefonata tra il rilevatore, che parla da un call center, e un soggetto che risponde da casa.
     
    Le indagini telefoniche si avvantaggiano notevolmente dell'apporto fornito dai sistemi di computer, sia dei portatili si di quelli organizzati in call center. E' infatti possibile costituire una stazione di rilevazione (come alcuni Istituti hanno ormai fatto in pianta stabile) dove si riuniscono diversi rilevatori contemporaneamente. Ciascun intervistatore ha di fronte un computer sul cui video legge le domande, e sulla cui tastiera digita le risposte. E' sempre il computer che provvede a scegliere casualmente il numero telefonico e ha comporlo automaticamente.
     
    Se si utilizzano i computer, l'indagine può essere condotta praticamente in tempo reale, nel senso che i dati raccolti possono venire elaborati on line, fornendo continuamente (a un terminale) la situazione delle risposte in ogni momento. Anche se si utilizza un tipo di rilevazione più manuale, le elaborazioni riassuntive possono essere sviluppate in poco tempo, dato che tutti i protocolli sono immediatamente a disposizione in una stessa sede.
     
    I sondaggi telefonici hanno il pregio di costare relativamente poco, in quanto riducono i costi (sempre molto elevati) di organizzazione del field (sebbene abbiano alti costi di impianto). E' possibile controllare con sicurezza la rilevazione, in quanto tutto avviene in una sede dove il committente, ovvero il direttore della ricerca, può assistere direttamente allo svolgersi delle interviste. Si tratta di un sistema molto rapido. Sono quasi insostituibili quando si tratta di condurre molte interviste contemporaneamente, e particolarmente quando si teme che la variabile in oggetto subisca l'effetto del tempo.
     
    Vi sono però anche molte limitazioni. In primo luogo: il campione non è veramente casuale, dato che la distribuzione dei telefoni nella popolazione non è affatto così uniforme e capillare come si potrebbe credere, ma anzi segue proprie regole tipologiche (l'utente del telefono non coincide infatti con la media dei cittadini). Le persone che rispondono al telefono sono solo quelle che si trovano vicino all'apparecchio (più spesso coloro i quali non lavorano, le casalinghe, gli studenti ecc.). E' inoltre molto limitata la possibilità di verificare le affermazioni espresse dal soggetto ovvero la sua effettiva identità (anche solo anagrafica).
     
    Un altro limite è rappresentato dalla necessaria elementarità dell'intervista. Occorre essere brevi, con un soggetto pescato al volo in mezzo alle sue faccende. E' poco verosimile che si vada oltre la diecina di domande, che già rappresentano un discreto sforzo. Non è possibile un vero e proprio approfondimento, mentre anche gli argomenti (così come le risposte) tendono a venire formulati in modo piuttosto elementare. Non è possibile presentare cartellini o immagini. Il questionario deve esser molto accurato, e in una forma diversa da quella efficace in un rapporto diretto. Anche piccoli errori possono avere un grosso peso.
     
    Si può ovviare in parte a questi limiti, con vari accorgimenti, ma molti dubbi rimangono. Cionondimeno, grazie alla semplicità ed economicità del meccanismo, questo metodo sta guadagnando sempre più terreno anche nel nostro paese. Di sicuro: piace ai committenti, che hanno l'impressione di avere un monitor su cui sapere tutto e subito. E piace agli Istituti, i quali si trovano a gestire un sistema di telefonisti che è molto più semplice da seguire rispetto a una rete di intervistatori.
     
     
    6.12 Postali
     
    Le inchieste postali sono indagini estensive in cui il questionario viene inviato direttamente a casa dell'intervistato, attraverso la posta. I soggetti, scelti per lo più (ma non necessariamente) in modo casuale, sono invitati alla autocompilazione dei protocolli, che si chiede loro di spedire successivamente mediante una busta pre-affrancata (o con affrancatura a carico del destinatario), inviata assieme al questionario e con l'indirizzo gia compilato.
     
    L'efficacia delle indagini postali dipende in parte da variabili analoghe a quelle che intervengono in qualsiasi mailing. Si tratta infatti di costruire delle lettere di accompagnamento e delle forme grafiche tali da stimolare il maggior numero possibile di risposte utili.
     
    Il questionario utilizzato deve essere facilmente leggibile, interessante, facile da capire e da rispedire. Non deve assolutamente dare luogo a fraintendimenti. Può essere anche relativamente lungo, ma è meglio se rimane di dimensioni contenute.
     
    Le indagini postali sono particolarmente indicate quando è difficile contattare i soggetti da intervistare, perchè sono lontani, oppure si trovano spesso fuori casa. Possono risultare utili anche quando si hanno a disposizione poche risorse, dato che costano poco. Oltre ai costi decisamente contenuti, i questionari postali presentano il vantaggio di eliminare gli eventuali effetti negativi di interferenza prodotti dal rapporto diretto tra l'intervistatore e l'intervistato.
     
    Il limite maggiore delle indagini postali sta nella scarsa rappresentatività del campione. Rispondono infatti solo alcune categorie di soggetti, nè è possibile verificare l'esattezza dei dati (specie anagrafici) che vengono forniti. In genere non risponde più del 10/20% degli individui contattati, e spesso anche una simile percentuale si dimostra essere un'utopia.
     
    Non si può fare gran che per controllare che il questionario venga compilato completamente. E' facile che l'intervistato si legga tutto il questionario prima di rispondere, il che riduce la possibilità di porre determinate domande. Sono facilitati i fraintendimenti, senza che sia possibile accorgersi chiaramente della loro presenza. Le risposte sono meno spontanee che in una intervista diretta, mentre è possibile che il soggetto si serva della consulenza di terzi per la loro compilazione (rendendole così meno attendibili).Possono inoltre costare più del previsto, quando è necessario introdurre degli incentivi (ad esempio: piccoli regali) per stimolare la reazione dei riceventi, ovvero quando le risposte si rivelano essere poche e bisogna quindi mandare reiterati solleciti, eventualmente telefonare, ovvero lanciare nuove campagne di raccolta per sopperire alla scarsità dei dati raccolti.
     
    Le indagini postali sono generalmente ritenute poco affidabili. Poichè però costano poco, vengono utilizzate con qualche frequenza (specie, salvo che in casi particolari, da ricercatori alle prime armi). Se ne abbiamo parlato un po' è perchè, curiosamente, negli Stati Uniti sono piuttosto diffuse, e non poche ricerche i cui dati sono pubblicati nei manuali correnti sulla ricerca di marketing utilizzano proprio questo metodo.
     
     
    6.13 Psicografie
     
    Uno degli sviluppi più evoluti della ricerca quantitativa, nel settore sociale e del marketing, è rappresentato oggi da un particolare gruppo di indagini che vengono dette (in gergo) psicografiche. Si tratta di sondaggi estensivi, mediante questionari a risposte chiuse, che si propongono di affrontare contemporaneamente, con una sola ricerca, vari aspetti relativi a comportamenti, interessi, atteggiamenti e opinioni di un medesimo campione di utenti.
     
    Le indagini psicografiche hanno preso inizio negli anni '70, in quanto sono state rese praticamente possibili solo dalla diffusione di potenti calcolatori in grado di elaborare, con grande rapidità, centinaia (o anche migliaia) di risposte fornite da migliaia (o anche diecine di migliaia) di soggetti. Rappresentano uno sviluppo delle tradizionali indagini demoscopiche, ma con l'intento di affrontare in termini quantitativi anche aspetti del vissuto del soggetto che in origine venivano studiati per lo più solo qualitatitivamente.
     
    La ricerca psicografica si basa su centinaia di item, per lo più impostati sotto forma di scale di Likert, sui quali si chiede agli intervistati di esprimere il proprio livello di accordo o di rifiuto. Tale serie di stimoli si propone di inquadrare il soggetto da vari punti di vista, affrontando in particolare aspetti relativi alla sua personalità (per lo più sottoponendolo ad una sintesi di veri e propri test mentali), ai suoi atteggiamenti e opinioni su vari temi politici e di attualità, ai momenti della vita di relazione e del tempo libero, agli atti di acquisto e di consumo, alla disponibilità di beni durevoli, all'esposizione ai mezzi di comunicazione di massa, alle caratteristiche sociodemografiche, ecc.
     
    Elaborando contemporaneamente tutte queste variabili, attraverso i complessi sistemi di correlazione propri alla analisi dei fattori e dei cluster, è possibile suddividere il campione intervistato in una tipologia che descrive ciascun sottogruppo in modo più completo e approfondito di quanto non lo facciano le più tradizionali indagini demoscopiche. E' allora possibile trattare i diversi gruppi, o tipi, di soggetti come se si trattasse di nuclei separati di popolazione.
     
    Esistono fondamentalmente due tipi di psicografie. Ci sono le psicografie "generali", che affrontano in una sola volta un po' tutti gli aspetti della vita psicosociale del soggetto, e le psicografie "specifiche", che approfondiscono soprattutto un singolo aspetto (abitudini, atteggiamenti, rapporti con una categoria circoscritta di prodotti-servizi). Le prime rappresentano un servizio continuativo e standardizzato di tipo longitudinale che viene fornito da alcuni Istituti. Le seconde vengono organizzate di volta in volta, specie sulla base di indagini qualitative preliminari e di un attento lavoro di ricerca a tavolino.
     
    Le indagini psicografiche presentano il vantaggio di inquadrare il comportamento del soggetto in termini molto ricchi. Quelle generali costano in genere meno di una indagine estensiva analoga costruita su misura, anche se risultano naturalmente un po' più standardizzate di questa. Le psicografie specifiche costano invece come un normale sondaggio, mentre la loro efficacia dipende molto dal livello qualitativo dell'analisi che le ha precedute, ma in compenso forniscono un quadro più dettagliato di quei singoli aspetti che ci interessano in modo particolare. Si tratta comunque di un modello di ricerca che suscita grande interesse presso molti operatori.
     
     
    6.14 Giurie
     
    Il metodo delle giurie consiste nella costituzione di un gruppo di persone che possono essere ritenute particolarmente esperte del problema in esame, o molto rappresentative della opinione pubblica, e intervistarlo in modo approfondito. Il concetto di giuria evoca quello della giuria di un tribunale o di un concorso. Si tratta cioè di un campione la cui rappresentatività non è di ordine statistico, bensì deriva da qualità culturalmente o socialmente significative (in senso lato o relativamente alla variabile in oggetto).
     
    I membri delle giurie vengono definiti "testimoni prilegiati". Le valutazioni che esprimono sono considerate significative in quanto appunto, per via della loro condizione di preminenza, testimoniano in prima persona dell'atmosfera culturale che avvolge il nostro tema di indagine al momento dato. La rappresentatività dei testimoni privilegiati sta nella loro autorevolezza, e particolarmente nel fatto di poter essere considerati degli elementi rilevanti nella formazione della opinione pubblica (di essere cioè degli opinion leader) in quel settore. I membri delle giurie vengono solitamente scelti nell'ambito di alcune categorie principali, come: scienziati, industriali, professionisti, giornalisti, intellettuali, professori, artisti, politici, ecc.
     
    Gli strumenti utilizzati per la raccolta dei dati coincidono più o meno (nella maggior parte dei casi) con quelli dell'indagine clinico sociale, e consistono quindi di colloqui liberi in profondità. Qualsiasi campione (specie se qualitativo) può essere considerato del resto una specie di giuria. Esiste peraltro anche una versione particolare del metodo delle giurie che viene detta metodo Delfi.
     
    Questo consiste nel sottoporre, alla giuria di testimoni privilegiati, alcuni temi principali, rispetto ai quali si chiede soprattutto di indicare quali potrebbero esserne gli sviluppi futuri. Si raccolgono dunque le previsioni fornite da tutti i testimoni, e si isolano le valutazioni su cui sono tutti d'accordo. Si prendono invece i pronostici su cui c'è diversità di vedute, li si riformulano sinteticamente e li si ripropongono alla giuria chiedendo di scegliere la previsione più convincente e di giustificare la propria scelta. La sequenza può essere ripetuta più volte.
     
    I limiti della ricerca che utilizza una giuria sono analoghi a quelli della indagine clinico sociale in genere. Il campione è piccolo e non rappresentativo (si pensi che, tra l'altro, è spesso di cultura e livello socio-economico assai superiore alla media). Poichè i testimoni privilegiati sono difficili da reperire, e molto occupati, può capitare che la giuria non sia tanto rappresentativa quanto sarebbe auspicabile. L'interpretazione dei dati può subire, anche qui, l'arbitrio del ricercatore. Si può verificare un effetto di distorsione inconsapevole per cui, dato che le affermazioni raccolte sono state espresse da personaggi autorevoli, ci si può lasciare suggestionare e credere che siano affermazioni particolarmente vere (testimonianze di realtà) mentre invece sono solo particolarmente significative delle opinioni socialmente più influenti e sofisticate sul tema in esame.
     
    In compenso, l'impiego di giurie di testimoni privilegiati è un ottimo strumento per raccogliere dati sulle linee di tendenza emergenti nella nostra cultura. Una buona giuria fornisce infatti una quantità di impreviste chiavi di lettura, di spunti interpretativi e anche di vere e proprie informazioni specialistiche che sarebbe pressochè impossibile raccogliere altrimenti.
     
    La rilevazione mediante giurie non viene in genere utilizzata da sola, bensì come una delle componenti (non di rado preliminari) di una ricerca che comprende altre fasi, specie con riferimento al pubblico "comune". La si impiega isolatamente solo in certi casi, in cui ad esempio l'oggetto della ricerca è molto particolare, molto astratto, molto elittario o molto nuovo.
     
     
    6.15 Laboratori creativi
     
    E' veramente molto difficile sottoporre a test l'innovazione. I dati che emergono da molte ricerche di mercato hanno, per definizione, una connotazione conformista. Il pubblico medio (come viene puntualmente verificato dalle indagini) è generalmente poco incline alle novità e molto sospettoso di oggetti o prospettive di lettura con cui non sia già ben familiarizzato. I dati delle ricerche tendono quindi a rappresentare inevitabilmente la situazione attuale, e cioè l'uso, l'abitudine, la rassicurante tradizione.
     
    Le ricerche sociali e di mercato possono rilevare anche delle tendenze, ma solo in parte, ed in genere solo proiettando nel futuro alcuni aspetti di quanto si è già rilevato per il passato. Il loro scopo è del resto proprio quello di fotografare in modo fedele la realtà attuale.
     
    Per l'organizzazione di efficaci strategie di marketing è invece importante raccogliere elementi anche sul cambiamento, sugli atteggiamenti emergenti, sulle potenzialità inespresse. Capire l'evoluzione nel momento in cui si verifica, e magari anticiparla di un poco, significa poter costruire strategie più efficaci e meno incerte. Significa poter approfittare meglio della evoluzione dei tempi. Significa poter essere i primi (opportunità assai rilevante nella strategia di marketing).
     
    Il metodo delle giurie, specie nella versione di strumento previsionale, può fornire indicazioni in questo senso. Sono state però sviluppate, in tempi molto recenti, anche delle metodologie di analisi o di produzione dell'innovazione basate su una versione elaborata della ricerca clinico sociale. Tali sistemi possono essere annoverati nella categoria del laboratoro creativo.
     
    Anche per questo tipo di indagine non esistono regole precise. Negli usi attualmente più frequenti, essa consiste comunque di una lunga riunione, che può durare da non meno di mezza giornata fino a più giorni (consecutivi o separati fra loro), in cui si radunano diversi soggetti con lo scopo di elaborare idee sotto la supervisione di un conduttore-animatore. Viene proposto un tema, essenzialmente nella forma di un problema, e si inducono i presenti a svilupparlo e cercare di risolverlo. Oppure si sviluppano delle drammatizzazioni intorno al tema in oggetto.
     
    Le fonti teoriche e metodologiche da cui discende la pratica del laboratorio creativo sono mutuate da diversi modelli classici che vanno dal brain storming (tempesta di cervelli), ai cosiddetti giochi psicologici, alle dinamiche di gruppo, a certe scuole pedagogiche ed epistemologiche che pongono lo sviluppo e l'esaltazione della creatività al centro dell'intervento sia conoscitivo sia educativo, al Teatro Attuale in genere. Tutti questi approcci si propongono di rompere la superficie ordinata della razionalità codificata per ricavarne gli elementi sotterranei, i quali pure possono contenere al proprio interno grandi potenzialità interpretative.
     
    Nelle riunioni che concretano il laboratorio creativo occorre seguire alcune regole fondamentali. Alcune delle più importanti sono che: ognuno può esprimersi con la massima libertà e senza autocensure; non si possono formulare valutazioni negative su quanto viene affermato; le proposte non possono essere rifiutate ma solo migliorate; si agisce come se le affermazioni emerse non fossero state espresse da nessun partecipante in particolare, bensì solo dal gruppo nel suo complesso; si utilizza una serie di artifici (regole e strutture di simulazione) per facilitare l'erompere delle idee.
     
    Il laboratorio creativo può produrre stimoli molto interessanti. L'interpretazione e l'utilizzazione pratica di tali risultanze dipende però in misura notevole dagli strumenti intellettuali sia del ricercatore sia del committente, così come dalla cultura presente nella organizzazione per cui l'indagine viene condotta. Il committente deve infatti disporre al proprio interno della capacità e della volontà di servirsene. Così come avviene per qualsiasi strumento conoscitivo, la possibilità di utilizzare appieno i dati dipende infatti in larga parte dalla fiducia che in questi dati si ripone. E l'innovazione è sempre molto difficile da trattare.
     
    I limiti del laboratorio creativo consistono nella sua sostanziale non rappresentatività, almeno nel senso della teoria statistica. Vuole infatti essere una fucina di idee, e non un campione di individui. Avviene invece non di rado che questo tipo di indagine venga confuso erroneamente con una specie di ricerca motivazionale, ancorchè basata su riunioni più lunghe della media. Si tratta inoltre di un metodo relativamente costoso.
    Il problema maggiore delle tecniche creative consiste però nel rischio di inconcludenza e di approssimazione. Il pretesto della creatività fornisce infatti il destro a sceneggiate che si avvicinano più alla versione selvaggia della psicologia clinica che non alle capacità esplorativa della ricerca scientifica. Se si riescono a superare le dimensioni più folcloristiche, si tratta peraltro di una tecnica la quale, benchè non sia ancora molto diffusa, si presenta come particolarmente ricca di prospettive interessanti.
     
     
    6.16 Ricerche industriali
     
    Vengono svolte anche delle indagini che avvicinano quelli che potremmo chiamare i soggetti produttori, come ad esempio dirigenti d'azienda, responsabili di associazioni di categoria, grossisti, dettaglianti, ecc. Lo scopo di tali ricerche è in genere quello di cogliere l'atmosfera psicologica presente (al momento dato) presso le forze produttive e nei canali distributivi, ovvero di rilevare gli elementi critici del presente e le aspettative verso il futuro. Da questo punto di vista, possono venire considerate anch'esse delle ricerche su comportamenti, atteggiamenti e opinioni, benchè rivolte maggiormente (ma non necessariamente) alla dimensione B-to-B (o B2B: Business to Business) che non a quella B2C (Business to Consumer).
     
    Capita dunque che si affidino a dei ricercatori indagini di questo tipo, impostandole con uno spirito analogo a quello con cui si organizza normalmente una indagine sull'utente finale. Anche la distribuzione non è infatti una macchina che funziona da sola, secondo regole automatiche, bensì un sistema determinato anche dagli uomini, dalla loro sensibilità, dai loro vissuti.
     
    Le metodologie adottate sono in genere quelle, qualitative e quantitative, di cui già abbiamo parlato nella Guida, con una certa propensione a ragionare in termini di giurie più che di campioni rappresentativi. Va però posta, specie a livello interpretativo, una particolare cautela a non fraintendere la natura dei dati. Si tratta infatti, anche qui, di ricerche sulla valutazione dei fatti e non sui fatti.
     
    Gli intervistati ci forniscono dati sulle impressioni personali, e non sulla realtà obiettiva del mercato o della produzione. E' logico ritenere che le risposte degli intervistati si basino sulla loro esperienza, e quindi su elementi affidabili come la contabilità e il magazzino, ma si tratta anche di sensazioni, di interpretazioni che discendono dall'esperienza passata, di proiezioni emotivamente determinate. Non si possono scambiare questi sondaggi con delle fotografie della realtà industriale o commerciale.
     
    Se ne ricava infatti nel contempo di più (letture tra le righe altrimenti impercettibili) e di meno (casi individuali che non fanno per nulla testo). Questo tipo di ricerca industriale, rivolta agli operatori della catena produttiva e commerciale, rappresenta comunque un buon ausilio, specie quando non sono isolate ma piuttosto vengono inserite in una strategia di indagine a più fasi, per definire il contesto in cui si trova a operare la nostra strategia di marketing.
     
     
    6.17 Panel sulla distribuzione
     
    Anche le rilevazioni sui volumi di vendita, in quanto si riferiscono alla merce e non ai consumatori, sono generalmente ritenute estranee al campo vero e proprio della indagine sociale e di mercato. Esse forniscono tuttavia informazioni utili, benchè indirette, pure dal punto di vista di una analisi del comportamento dell'utente.
     
    Le ricerche sulla distribuzione che qui ci interessano coincidono di fatto con l'attività svolta, almeno nel nostro paese, da un solo rilevatore (tanto per non fare nomi: Nielsen). Prenderemo dunque in considerazione, per i nostri scopi esemplificativi, solo il suo caso.
     
    Tra le rilevazioni per noi più interessanti si notano in particolare quelle che, basate ciascuna su un tipo di panel diverso, tengono sotto controllo i punti vendita al dettaglio ovvero gli acquisti delle famiglie. L'indagine presso i negozi si basa su un vasto gruppo di rilevatori che si recano ad intervalli regolari presso un panel di punti vendita e registrano la quantità di prodotti, nelle loro diverse tipologie, che sono effettivamente stati commerciati (calcolando la differenza tra i volumi presenti nella rilevazione precedente e in quella attuale, tenendo conto dei ricarichi effettuati, ecc). L'indagine presso i consumatori vede i rilevatori visitare un panel di famiglie, per verificare direttamente che cosa è stato consumato, come se la loro casa fosse un magazzino di distribuzione (ai famigliari).
     
    Questo genere di dati ci parla soprattutto del movimento delle cose, dato che le sue unità di riferimento sono appunto delle confezioni di prodotti, ma ci dice anche qualcosa su chi le usa. L'istituto che conduce queste ricerche propone anche altre elaborazioni sulle risultanze raccolte, ed eventualmente anche incroci con varie caratteristiche degli utenti. L'impiego dei dati attualmente dominante è comunque quello di una fotografia (orizzontale) ovvero di una sequenza storica (longitudinale) dei volumi commerciati e consumati.
     
    Il pregio dei dati che emergono dai panel sulla distribuzione è quello di essere decisamente oggettivi (benchè sempre a campione), e quindi poco condizionati dalla testimonianza (sempre un po' interpretativa) del soggetto. Il difetto, complementare alla loro impersonalità, è invece quello di non parlarci del vissuto dell'utente, ma di dirci (solo) alcune delle cose che sta facendo e non quello che pensa mentre le fa.
     
     
    6.18 Tempi e costi
     
    Nella ricerca di marketing il tipo di risorse disponibili esercita una influenza significativa sulla organizzazione del lavoro sul campo. E' dunque opportuno avere almeno un'idea dell'impegno richiesto, in termini di costi e di tempi, da alcuni dei più diffusi tipi di indagine. La scelta del modello di rilevazione da condurre dipenderà infatti anche dal tipo di risorse economiche e temporali necessarie e disponibili. Occorre peraltro tenere conto del fatto che tali prezzi possono variare in subordine a molte variabili, quali: livello di qualità del professionista o dell'istituto, e in particolare dei ricercatori che intervengono, caratteristiche specifiche dei soggetti (loro rarità), dispersione dei punti di campionamento, urgenza, ecc.
     
    Come avviene con qualsiasi prodotto-servizio, il rapporto tra prezzo e prestazione può essere determinato solo in base all'esperienza e alla testimonianza di utenti affidabili. Varrà comunque la pena di diffidare sia delle richieste molto superiori alla media, sia di quelle smaccatamente inferiori.
     
    Per quanto concerne la ricerca clinico sociale, l'unità di misura economica può essere rappresentata dal costo di una singola intervista (in cui si incorporano anche tutti i costi accessori), che è paragonabile (tanto per avere un punto di riferimento al di là dell'inflazione) a quello di un abito maschile di buona qualità, ovvero di 3/400 litri di benzina (dipende dal giro del brent), o di una buona bicicletta da turismo. Un colloquio di gruppo costa indicativamente come 5/6 colloqui clinici. Una classica ricerca clinico sociale basata su 30 colloqui individuali e 2 focus group può dunque costare, molto indicativamente, una cifra non inferiore al prezzo di un'automobile (con le relative variazioni in termini di lusso e di qualità).
     
    Il costo di una ricerca estensiva dipende dal numero di interviste, dal tipo di soggetti da contattare, dalla lunghezza dei questionari, dal tipo di elaborazione, dal nome dell'Istituto, dall'urgenza, dal fatto che si tratti di una indagine singola o di una serie di rilevazioni successive, ecc. Una singola intervista quantitativa (utilizzata come unità di misura che comprende, per i grandi numeri, le spese accessorie) può dunque costare una cifra che oscilla tra il prezzo di un cinema di prima visione, o di due copie di un mensile, e quello di una media camicia o di un paio di jeans.
     
    Per conoscere delle cifre più precise e dettagliate, occorre chiedere ad amici che hanno effettuato ricerche di recente, ovvero direttamente agli Istituti. Varrà comunque la pena di chiedere più di un preventivo, prima di decidere a quale organizzazione rivolgersi.
     
    I tempi necessari alla effettuazione di una ricerca dipendono in primo luogo da due variabili: le dimensioni del campione e la quantità di persone che collaborano contemporanemanete al lavoro. Conta anche la natura del tema in esame, specie per quel che riguarda la sua stagionalità (ad esempio: è più corretto studiare l'immagine dei costumi da bagno in estate e quella degli scarponi da sci in inverno, piuttosto che il contrario; anche se può capitare di tutto). La macchina può essere accelerata se si è disposti a spendere di più.
     
    Nella pratica, per sondaggi di impianto tradizionale, si oscilla (molto indicativamente) fra uno e quattro mesi. Scendere al di sotto delle 3/4 settimane (che è già un tempo compresso anche per ricerche di piccole dimensioni) rischia di compromettere la qualità della rilevazione e dell'analisi, mentre getta non poche ombre sulla affidabilità di ciò che il ricercatore dice di fare. Superare di molto i tre/quattro mesi (salvo che per sondaggi particolarmente ampi e complessi) significa prendere un po' sottogamba il problema, e fa sorgere dubbi sulla professionalità dell'Istituto. E' comunque meglio aspettare una settimana in più, piuttosto che mettere in forse la qualità della ricerca.
     
     
     
     
     
     

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    L'autore delle Schede di PsicoTecnica-Itapi, sulla Ricerca sociale e di marketing, è Felice Perussia.
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    La versione cartacea è disponibile, con il titolo "Introduzione alla Ricerca di Mercato", presso la casa editrice: CUEM: Via Festa del Perdono, 3 - 20122 Milano
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    Editors of ITAPI Programme :

    Felice PERUSSIA (director)

    Andrea BOARINO

    Renata VIANO

     

     
     
     

     
    Vale sempre la pena di fare Ricerca con ITAPI
     
    La Divisione per la Ricerca PsicoSociale di ITAPI è fondamentalmente un modo con cui ci piace di partecipare alla comunità dei ricercatori e degli operatori, dando una mano a tutti (se possibile).
    La Divisione Ricerca Psico-Sociale applicata di ITAPI (ovvero il Laboratorio di PsicoTecnica) conduce da molti anni con successo molte ricerche (sia qualitative, sia quantiative, sia creative) sulle opinioni, la comunicazione, i comportamenti di consumo, gli stili di vita, il marketing.
     
     
    347 . 4657631 - 347 . 4753143
     
     
     
    Da quando la divisione Ricerca Sociale di ITAPI è apparsa sulla rete, riceviamo continuamente (da parte di molti professionisti, studiosi, studenti ecc) richieste di approfondimenti teorici, consigli di ricerca, delucidazioni e suggerimenti vari sul tema delle ricerche di marketing e d'opinione, sulla psicologia dei consumi, sulla comunicazione ecc.
    Tuttavia: per svariate ragioni (soprattutto perchè una risposta dettagliata richiede davvero molto tempo), pur con tutta la buona volontà, ci siamo resi conto che non riusciamo a fornire una risposta scritta in tempi utili per chi ci pone le domande. E ce ne dispiace. Nè ci sembra corretto scrivere a uno sì e a dieci altri invece no (in base a quale criterio?).
    Abbiamo quindi deciso, almeno per il momento, che risponderemo a voce. Se dunque avete domande da porre direttamente, sul tipo di quelle che possono essere esaudite in un colloquio di consulenza per una ricerca, fatelo pure.
    Potete dunque interpellarci per telefono (siamo abituati a rispondere). La cosa non dà luogo a nessun tipo di impegno (in particolare: è ovviamente, almeno secondo la nostra filosofia, un servizio gratuito alla collettività).
     
     
     
     

     
     
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