ITAPI - LABORATORIO ITALIA
     RICERCA SOCIALE E DI MARKETING

    ricerca di base sulla personalità ricerca psicosociale applicata
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    PSICOTECNICA - Viale Cirene 3, 20135 Milano - Spazio PSICOTECNICA, Via San Rocco, 20, 20135 Milano
    Direttore Scientifico: Prof Felice Perussia - Direttore Generale dei Servizi Psicologici: Dr Renata Viano PhD
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    LABORATORIO ITALIA
    PsicoTecnica & ITAPI
     
     
     
     
     
     
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    Benvenuti a Laboratorio Italia: la Divisione per la ricerca psicosociale applicata alla comunicazione, ai comportamenti di consumo, al marketing di PsicoTecnica e Itapi.
     
     
     
     
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    Personality Psychology Workshop (Università di Torino)
     
     
     
     Felice PERUSSIA
    Renata VIANO
     
    Itapi-VALORI
    Manuale psicometrico
     
     
    E' stato pubblicato il Manuale ufficiale dell'Inventario Italiano dei Valori (Italia Values Inventory).
     
     Felice PERUSSIA
    Renata VIANO
     
    ITAPI-S
    Manuale psicometrico
     
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    This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Italy License.

    ITAPI ® Programme is an international scientific network for research and (freeware) research tools in personality and social psychology.

    In particular, the Italia Personality Inventory "ITAPI-G" is currently available in the following languages:

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    Manuale ufficiale dell'Inventario Italiano di Personalità (Italia Personality Inventory) forma G (Generale).
     
     
     
    Il caso delle elezioni politiche italiane 2006: un esempio di ricerca con ITAPI-G e Itapi-VALORI .
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    La gran parte dei materiali messi in condivisione su itapi.psicotecnica.com rappresenta una sintesi e in parte uno sviluppo (specie con riferimento a risorse reperibili in internet) di quanto viene prodotto nell'ambito del Programma ITAPI.
    La nostra procedura di ricerca tipica è:
    A) lavoro di esame della letterattura e soprattutto di indagine in laboratorio e/o sul campo;
    B) redazione di un Rapporto Tecnico che presenta in termini molto approfonditi quel passaggio;
    C) redazione di un testo, a più ampia diffusione, che sintetizza un'intera fase della ricerca, anche a partire dai Rapporti Tecnici; come nel caso del Manuale di ITAPI-G;
    D) progressiva e trasparente messa a disposizione della collettività di scienziati, professionisti, studenti e utenti, in licenza freeware e opensource, della gran parte (e comunque di tutto quanto è essenziale) del materiale già pubblicato (tramite itapi.psicotecnica.com).
     
    E' facile rendersi conto di come tutto questo lavoro possa essere lungo, complesso e in continua evoluzione.
    Cerchiamo di aggiornare le varie parti del sito, per quel che ci riesce, almeno mensilmente (un po' come una rivista).
    Ma c'è molto (di già realizzato) che stiamo ancora aggiungendo.
    Tornate a trovarci e ne troverete sempre di più.
    Grazie.
     

    Benvenuti in Laboratorio Italia: Divisione per la ricerca psicosociale applicata alla comunicazione, ai comportamenti di consumo, al marketing di PsicoTecnica e Itapi.
     
     
    Direttore Scientifico:
    Prof. Felice Perussia
    (Università degli Studi di Torino)
    Guida 7
    Tecniche e Casi
    INDICE DELLA PAGINA
     
    7.1 Concreta mente
    7.2 Comportamenti e motivazioni
    7.3 Segmentazioni
    7.4 Potenziali
    7.5 Prodotti
    7.6 Nomi
    7.7 Confezioni
    7.8 Prezzi
    7.9 Immagini di marca
    7.10 Comunicazione pubblicitaria
    7.11 Messaggio
    7.12 Impatto
    7.13 Pianificazione dei mezzi
    7.14 Mezzi stampa
    7.15 Mezzi televisivi
    7.16 Internet
    7.17 Altri media
    7.18 Promozioni e relazioni pubbliche
    7.19 Previsioni

    Creative Commons License
    This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Italy License.
     
    7.1 Concreta mente
     
    In questa guida prendiamo in considerazione una serie di situazioni in cui la ricerca di marketing viene concretamente applicata. Le diverse modalità di indagine vengono infatti utilizzate per affrontare molti problemi diversi, secondo modalità relativamente tipiche. Conoscere queste abitudini risulta particolarmente utile per capire sia in che cosa consiste effettivamente la componente conoscitiva del marketing, sia quali possono essere i problemi per affrontare i quali viene solitamente impiegato ciascun modello di rilevazione. La ricerca, si è detto, non può rispondere a qualsiasi domanda, ma ci sono molte ipotesi riguardo alle quali può fornire indicazioni rilevanti (e per le quali rappresenta anzi, a tutt'oggi, una delle migliori risposte disponibili).
     
    Altre parti della Guida sono impostate soprattutto per inquadrare l'intervento conoscitivo in termini di strutture teoriche, scientifiche, concettuali. Faremo ora un giro d'orizzonte sulla realtà quotidiana, dove avviene che sia l'oggetto di riferimento, l'obiettivo concreto, a prendere il sopravvento. Delineare alcuni impieghi tipici della ricerca di mercato permette infatti di capire in quali termini essa può contribuire, secondo modalità che magari non ci aspettavamo, alla risoluzione di alcuni dei problemi d'impresa.
     
    La scelta del tipo di ricerca da organizzare di volta in volta dipende, una volta di più, da molte variabili, quali: il contesto in cui il problema si inserisce, l'oggetto specifico della rilevazione, le teorie scientifiche al riguardo, la pratica e le esperienze precedenti (del ricercatore così come del committente), ecc.
     
    Spesso si combinano, o si affiancano, varie tecniche contemporaneamente. E' bene ricordare, infatti, che non esiste il metodo perfetto. Ne consegue che l'identificazione della soluzione migliore non è affatto automatica. Il ricercatore cercherà di fare tutto il possibile, ma si tratterà pur sempre di un lavoro condotto da esseri umani (con tutti i loro ovvii limiti).
     
    Ogni situazione fa caso a sè. Dato un problema o un argomento, non esiste un modo prefissato per affrontarlo. Ci sono tuttavia degli standard ricorrenti, e una pratica consolidata, per cui in genere si seguono certe abitudini. Questi rappresentano un punto di riferimento operativo convenzionalmente accettato dai più, ma non certo una regola.
     
    Questa guida è dunque dedicata a presentare brevemente qualche esempio di ricerca, nei termini in cui viene concretamente attuata al giorno d'oggi in Italia. Si tratta di modelli utili a indagare i diversi aspetti del marketing mix (dal prodotto al prezzo alla comunicazione alla distribuzione).
     
     
    7.2 Comportamenti e motivazioni
     
    I più tipici argomenti di base cui si rivolge la ricerca sociale e di marketing riguardano una definizione dei comportamenti, degli atteggiamenti e delle motivazioni. Il primo scopo di tutte le analisi condotte in questo settore è infatti di stabilire che cosa il pubblico fa, perchè lo fa, e che cosa ne pensa.
     
    Si può ritenere, per molti aspetti, che le varie modalità concrete di ricerca rappresentino di fatto soltanto variazioni su di un medesimo tema di fondo, che consiste nel raccogliere sempre uno stesso genere di dati, pur nella grande diversità delle situazioni operative. Gli esempi che seguono vanno dunque considerati essenzialmente appunto come una gamma di possibilità fra le altre.
     
    L'indagine su comportamenti, atteggiamenti e motivazioni coincide dunque con la ricerca psicologico-sociale e di marketing in generale, di cui parliamo già diffusamente nelle altre parti della Guida. E' quindi necessario evitare di ripetersi su questo argomento. Potrà tuttavia essere utile ricordare un paio di precauzioni concettuali.
     
    Essenziale è il fatto che le ricerche si basano principalmente (benchè non sempre) su delle domande. Sono dunque mediate dal linguaggio verbale e rappresentano delle dichiarazioni, non dei fatti. Sono valutazioni che ci testimoniano di ciò che il soggetto pensa, nei limiti della sua sincerità, della sua memoria e della sua cultura. Non sono registrazioni fedeli dei suoi comportamenti.
     
    Occorre distinguere fra dichiarazioni di comportamento e fatti. Ma anche fra opinioni e atteggiamenti. I primi rappresentano un giudizio razionalmente organizzato e coordinato su di un determinato argomento (una specie di teoria personale sul tema). I secondi riguardano l'orientamento (positivo o negativo) verso l'argomento stesso, ovvero le reazioni più immediate, ed emotivamente più profonde, che questo suscita anche in termini di disposizione ad agire nei suoi confronti. Le due dimensioni (opinioni e atteggiamenti) possono non coincidere tra di loro, pure nella mente di uno stesso individuo.
     
    Per quanto concerne le motivazioni, bisogna poi tenere conto del fatto che, come tutta la ricerca psicologico-clinica ha chiaramente messo in luce, il soggetto stesso ha una consapevolezza solo parziale delle ragioni di ciò che fa, che pensa, o che sente dentro di sè. Le spiegazioni che questi fornisce non coincidono quindi necessariamente con le ragioni profonde del suo agire, le quali possono in genere essere capite solo alla luce di una prospettiva psicologicamente sofisticata e, per così dire, "dal di fuori".
     
    Il vissuto dei soggetti, quale viene rilevato nelle indagini, è spesso carico di contraddizioni, di ambiguità e di ambivalenze. Ciò non significa però (di solito) che la ricerca sia stata condotta in modo inadeguato, ma rappresenta solo lo specchio della contradditorietà strutturale che è connaturata alla mente umana.
     
    Le azioni e le motivazioni dell'individuo sono infatti sempre sovra-determinate, nel senso che non originano da una sola causa bensì da un complesso stratificato di ragioni. I processi mentali sono spesso controversi, e in conflitto tra loro. E, anche se la ricerca si propone, tra l'altro, di portare un po' di ordine in tale coacervo di pensieri, una certa incoerenza può sempre rimanere, per il semplice fatto che è il nostro animo ad essere basalmente confuso.
     
     
    7.3 Segmentazioni
     
    Uno dei modelli di indagine che hanno avuto maggiore sviluppo in tempi recenti si propone essenzialmente lo scopo di suddividere il vasto insieme del pubblico in una serie di sottogruppi più piccoli e più omogenei. Per tale scopo il ricercatore utilizza in particolar modo le ricerche di tipo psicografico, ma elementi utili in questo senso possono derivare a volte anche da rilevazioni qualitative o da sondaggi di impostazione più genericamente demoscopica.
     
    L'interesse per la segmentazione nasce dal fatto che il pubblico è effettivamente molto diviso al suo interno, sulla base di vere e proprie sub-culture abbastanza differenti fra loro. Non esiste infatti il cittadino medio, ma solo una serie di stili di comportamento che sono indicativamente più o meno caratteristici di certe categorie di persone. La segmentazione ci permette dunque di identificare questi tipi, e quindi di capire meglio quali sottoparti del pubblico sono maggiormente coinvolte (attualmente o potenzialmente) nel nostro prodotto-servizio.
     
    Dalla segmentazione possiamo ricavare un profilo più preciso del target (bersaglio) di riferimento, e cioè della tipologia dei nostri utenti più interessanti. Nessun prodotto-servizio è infatti universale, così come nessuna comunicazione si rivolge a tutti contemporaneamente. Quando capita di trovare degli operatori (imprenditoriali, della comunicazione) che dichiarano l'intenzione di rivolgersi "a chiunque", ciò significa semplicemente che questi non sanno esattamente a chi si stanno rivolgendo (che cioè stanno seguendo una strategia di marketing molto vaga).
     
    Persino un prodotto-servizio di base come l'acqua (per presentare un esempio estremo) è solo apparentemente "per tutti". Nella nostra cultura ci sono molti soggetti che non bevono l'acqua potabile (dell'acquedotto). C'è chi pasteggia con vari tipi di bibite (soft drink), o aggiunge polverine all'acqua del rubinetto, e chi assume il proprio fabbisogno quotidiano di liquidi solo attraverso il vino. Ci sono acque minerali gasate, naturali, per bambini, medicinali, ecc. Nè vanno dimenticate le acque per uso di irrigazione (anche delle piante di casa), le "acque" cosmetiche, quelle termali, e via dicendo.
     
    A ciascuna di queste tipologie, ed alle altre che si potrebbero aggiungere, possono corrispondere occasioni d'uso differenti, ma anche diversi stili di vita, atteggiamenti, motivazioni, e quindi immagini e aspettative. A ciascuna di esse si attagliano meglio prodotti, servizi, confezioni, prezzi, occasioni di acquisto, comunicazioni pubblicitarie, mezzi di comunicazione, ecc., tutti differenti.
     
     
    7.4 Potenziali
     
    Strettamente imparentanto con la ricerca sulla segmentazione è il tentativo di analizzare il potenziale di un prodotto-servizio. La potenzialità, in questo caso, è riferita a segmenti di pubblico che, pur presentando da qualche punto di vista caratteristiche simili a quelle dei nostri utenti attuali, o motivazioni e aspettative complementari a quelle del nostro prodotto-servizio, sono composti da soggetti che di fatto non utilizzano la nostra offerta. La ricerca sui potenziali si avvicina anche agli studi preliminari per la identificazione del cosiddetto positioning del prodotto, ovvero della nicchia ideale di mercato in cui proporlo.
     
    Un esempio di ricerca sul potenziale ci è fornito dal caso dei consumatori di birra. Ne sono stati identificati in particolare quattro tipologie: il bevitore di fine giornata, che soggettivamente si premia per i sacrifici connessi al lavoro; il bevitore di società, che consuma birra soprattutto per sentirsi parte del gruppo che si identifica con quella bevanda; il bevitore indulgente, che beve in genere da solo, per evadere da una vita percepita come poco gratificante; il bevitore oceanico, che cerca in tutti i modi di perdersi dentro a un mare di alcool.
     
    Avendo chiare queste diversità di approccio al prodotto (il quale di fatto resta più o meno sempre lo stesso) è possibile trovare nuovi spazi per la propria azione. Per restare nel campo dei liquidi: il crescente interesse per la birra in Italia (che ha in parte sostituito il, e in parte si è affiancato al, consumo di vino), nonchè per birrerie e pub, deriva anche dalla capacità di sviluppare un potenziale fino a qualche anno fa quasi inespresso (in particolare: quello della birra come identificatore di uno stile di vita).
     
     
    7.5 Prodotti
     
    Si conducono diversi tipi di ricerche sui prodotti-servizi. Queste possono rilevare l'identità del prodotto stesso, il suo profilo, le qualità fondamentali che lo definiscono, il livello di coinvolgimento che suscita nel pubblico, il suo rapporto con l'offerta proposta dalla concorrenza, le sue potenzialità, ecc.
     
    Una delle ricerche più tradizionali in questo settore è il product test (test di prodotto). Può essere condotto secondo diverse modalità, ma la più tipica consiste nel sottoporre a un campione di soggetti il prodotto stesso, in modo tale che questi possano provarlo (in condizioni naturali, come ad esempio a casa propria) per un certo periodo di tempo. Successivamente, si raccoglieranno i giudizi e le impressioni che gli utenti ne hanno ricavato.
     
    Questo genere di product test è spesso blind (cieco), nel senso che il prodotto viene presentato in confezioni anonime, per evitare che elementi esclusivamente di immagine (connessi soprattutto alla marca) possano distorcere il giudizio, che qui si vuole circoscritto alle sole caratteristiche "obiettive" del prodotto.
     
    La sperimentazione, come in altri casi già ricordati, viene generalmente sviluppata "contro" qualche altro prodotto, nel senso che, per dotarsi di un essenziale strumento di comparazione, il test viene organizzato contemporaneamente anche con almeno un altro articolo (in genere il più importante e simile tra i prodotti concorrenti). E' possibile in tale modo confrontare le differenze relativamente sostanziali fra i prodotti (essendo questi blind) invece che le varietà di immagine.
     
    La ricerca può riguardare anche un prodotto nuovo, di cui si vogliono ad esempio saggiare le potenzialità prima di lanciarlo. In questo caso si utilizza a volte il concept test (test su un concetto). In tale circostanza vengono sottoposti, alla valutazione da parte di un campione di soggetti, in genere nell'ambito di una indagine clinico sociale, vari aspetti del prodotto, il quale si trova in una fase ancora sperimentale. Se ne possono utilizzare: una descrizione verbale, alcuni disegni o modelli provvisori della confezione, dei campioni prodotti ciascuno con caratteristiche leggermente diverse, ecc.
     
    Sulla base delle informazioni raccolte è possibile apportare dei miglioramenti al prodotto, ovvero prendere decisioni generali sulla strategia di marketing da attuare nei suoi confronti (del tipo: lanciarlo in grande stile, ovvero rinunciare a produrlo).
     
     
    7.6 Nomi
     
    La ricerca sul prodotto-servizio riguarda sia il prodotto nel suo insieme sia i diversi particolari che lo definiscono, quali le caratteristiche percettive (colore, odore, densità, ecc.), ovvero il nome con cui è commercializzato. Viene studiata sia l'immagine percepita del nome in sè sia la sua compatibilità con il marchio di fabbrica che lo produce, ovvero con la linea (interna al marchio) di cui rappresenta una variazione.
     
    Queste indagini, per lo più di natura qualitativa, rilevano le associazioni spontanee che il nome suscita, ovvero i significati e i vissuti che evoca. Si possono analizzare: la capacità comunicativa, il senso di familarità, le connotazioni positive e negative, la comprensibilità, la riconoscibilità, la facilità di pronuncia, le somiglianze o differenze rispetto ai prodotti già presenti sul mercato e in particolare al concorrente di maggiore successo, ecc.
    Uno studio sul vissuto del nome è indispensabile nel caso dei prodotti di nuova immissione sul mercato. Questi infatti troveranno nella loro denominazione un supporto rilevante (in chiave positiva o negativa) per acquistare una posizione chiara ed efficace agli occhi del pubblico.
     
    Il nome di un prodotto è la prima voce della sua sua carta di identità. Verificarne le caratteristiche è una forma di precauzione, in particolare per tutti i casi (piuttosto frequenti) in cui viene importato nel nostro paese un prodotto proveniente da un'altra cultura. Avviene infatti spesso che ne venga mantenuto il nome originale (e non di rado anche gran parte della confezione). In questi casi è possibile che si creino delle situazioni di fraintendimento, quando non addirittura di incompatibilità. Può accadere infatti che una parola straniera susciti, in modo imprevedibile, presso di noi delle associazioni inadeguate alla immagine del prodotto che si intende proporre.
     
     
    7.7 Confezioni
     
    Un altro aspetto rilevante, nella costruzione della identità di prodotto, è rappresentato dalla confezione (che esiste, in un certo senso, anche per qualsiasi servizio). La confezione (spesso definita packaging o, più familiarmente, pack) serve a contenere il prodotto, a presentarlo, a permettere di maneggiarlo, a trasportarlo, a conservarlo, a utilizzarlo, ecc. Tutte queste caratteristiche hanno valenze anche soggettive. La confezione contribuisce poi, in misura cospicua, a definire la personalità di ciò che viene offerto, a costruirgli attorno un'immagine.
     
    Ci sono dei prodotti che praticamente non vengono mai visti direttamente dal consumatore (come la benzina per autotrasporto, il gas o la corrente elettrica). La loro immagine, che rimane ugualmente essenziale nel determinare le propensioni da parte dell'utente (si pensi al caso della benzina senza piombo o "ecologica" e a quello del nucleare), si affida dunque a caratteristiche di contesto, definibili in senso lato come "confezionamento" (la stazione di servizio, l'allegoria del metano, quella della bomba atomica, ecc).
     
    Ci sono altre tipologie merceologiche dove l'imballaggio gioca un ruolo rilevante nell'attirare l'attenzione e nello stimolare l'interesse (come avviene per una scatola di cioccolatini, per tutti gli oggetti da regalo, per un depliant turistico, o per la copertina di una rivista). In questi casi capita a volte di vendere il contenitore più del contenuto.
    La confezione è stata brillantemente definita come il venditore silenzioso, nel senso che essa svolge di fatto, seppure in forma rigida, la funzione del rappresentante di commercio. Si tratta dunque di capire se la nostra confezione soddisfa nel modo migliore questo compito.
     
    Le ricerche sulla confezione possono essere qualitative o quantitative, e vengono impostate secondo svariate modalità che le avvicinano sia al product test sia al concept test sia alla situazione di laboratorio (anche sul campo o creativo). Consistono in genere nel rilevare la reazione del pubblico di fronte al nuovo stimolo rappresentato dal pack nel suo complesso, rispetto alle parti che lo compongono (ad esempio: contenitore, etichetta, chiusura, ecc), ad alcune variazioni sul tema (cambiamenti di dimensione, di colore, ecc).
    Ricerche sulla immagine e l'impatto della confezione vengono condotte anche presso i negozianti, ovvero presso i consumatori sul punto vendita. Esse permettono di capire meglio le qualità soggettivamente fondamentali (agli occhi del pubblico) della confezione, per accentuarle ovvero per migliorarle.
     
    In questo tipo di ricerca si utilizzano volentieri delle tecniche proiettive. Queste possono consistere, ad esempio, nel chiedere quali sono i prodotti più adatti per la confezione proposta (prima che si sappia ciò che dovrà contenere), ovvero nello stimolare una descrizione del tipico consumatore che potrebbe esservi interessato.
     
     
    7.8 Prezzi
     
    La ricerca sul prezzo da attribuire al prodotto, ovvero sul vissuto che attualmente si ha del prezzo, presenta diversi problemi. Uno dei principali fra questi discende dal fatto che anche il consumatore più esperto non conosce con esattezza il valore commerciale di molti articoli. Un altro è che la situazione di acquisto (specie nel caso di consumi che sono determinati in buona parte dall'impulso) non è facilmente riproducibile in laboratorio.
     
    Le ricerche sui prezzi tendono dunque a produrre risultati relativi, nel senso che aiutano a collocare il prodotto-servizio al di sopra o al di sotto di un certo livello (rappresensentato in genere dalla immagine degli altri prodotti simili) più che in una posizione assoluta. Vengono indagate anche le connotazioni del prezzo, nel senso che per molti prodotti i consumatori si attendono degli ordini di costo piuttosto precisi (indipendentemente dal "valore" strettamente commerciale dell'oggetto-servizio), e se questi non vengono rispettati si può suscitare la diffidenza del potenziale acquirente.
     
     
    7.9 Immagini di marca
     
    L'immagine di marca ha assunto nel tempo grande importanza soprattutto per il fatto che molti prodotti vengono commercializzati con nomi propri, ma sotto l'ombrello rappresentato da un marchio che in qualche modo li definisce come membri di una famiglia. Tale marchio può essere inteso a diversi livelli: come linea di prodotti (si pensi, ad esempio, al caso di "Mulino bianco" che viene percepito come una specie di marchio aziendale anche se riporta sempre sulle confezioni il logo "Barilla"), come nome dell'azienda (si pensi ai molti marchi, anche concorrenziali tra loro, sotto cui vengono venduti prodotti controllati tutti dal medesimo gruppo, come nel caso di Unilever o di Procter & Gamble), come nome della casa madre (si pensi al rapporto fra la holding "Fiat" e le aziende "Lancia", "Alfa Romeo", "Ferrari").
     
    L'immagine di marca ha guadagnato sempre più spazio anche perchè questa si riflette sul singolo atto di acquisto, in quanto fornisce una garanzia di affidabilità che va ben al di là del singolo prodotto. Essa esercita inoltre un peso rilevante nel rapporto tra l'azienda e i cittadini, ovvero tra gli utenti e le istituzioni in un senso molto allargato (si pensi al caso di una rete televisiva, o di una società che intende quotarsi in borsa).
     
     
    7.10 Comunicazione pubblicitaria
     
    La ricerca di mercato è largamente utilizzata in campo pubblicitario, in primo luogo per studiare il pubblico cui la comunicazione viene indirizzata. Sarebbe infatti molto azzardato rivolgersi agli utenti senza conoscere le loro caratteristiche generali e in particolare i loro atteggiamenti sui temi che coinvolgono il nostro prodotto-servizio.
     
    Si è tuttativa sviluppata anche una crescente tendenza ad analizzare la comunicazione pubblicitaria in sè e per sè. Questa può infatti venire indagata a tutti i livelli, e in particolare sia prima (pre-test) sia durante (on line test) sia dopo (post-test) la sua messa in atto. Si possono studiare diversi aspetti relativi a come la comunicazione "lavora", e quindi sia il messaggio vero e proprio (nella sua forma e nel suo contenuto) sia i canali attraverso i quali viene diffuso presso il pubblico.
     
    Una gestione attenta della comunicazione presuppone l'attuazione di controlli in tutte le fasi. Molti utenti di pubblicità temono infatti la conclusione (attribuita a diversi personaggi e in particolare a Henry Ford) secondo cui "So che metà di quello che spendo in pubblicità non serve, ma non so quale sia questa metà". E per ridurre il potenziale spreco di risorse (peraltro sicuramente molto inferiore a quanto temuto) la ricerca di mercato può risultare particolarmente utile. Ne consegue che spesso una certa percentuale, seppure minima (in genere inferiore all'1%), dell'investimento pubblicitario viene dedicata a verificare appunto che si tratti di una variabile produttiva e non di un costo a perdere.
     
    Sul messaggio pubblicitario si conducono ricerche finalizzate a una valutazione sia quantitativa, in termini di pubblico che l'ha incontrato o che lo ricorda, sia qualitativa, in termini di immagine e di interesse che ne derivano. Si studiano i livelli di attenzione, di comprensione e di consapevolezza, gli atteggiamenti verso il prodotto-servizio quale viene presentato nella specifica occasione, la disposizione all'uso e all'acquisto, le relazioni del nostro messaggio con quelli della concorrenza, ecc.
     
     
    7.11 Messaggio
     
    Lo studio del messaggio pubblicitario può riguardare naturalmente tutti gli aspetti e i momenti della comunicazione, che trova appunto nella pagina di giornale o nello spot televisivo il suo punto di riferimento. Uno dei temi che viene affrontato più spesso è comunque l'analisi del messaggio prima che questo venga comunicato al grande pubblico.
     
    Il modello più tipico di ricerca sul messaggio è il copy-test. Questo consiste di una indagine attraverso cui rilevare, per lo più nel rassicurante contesto del laboratorio, il tipo di reazione che la comunicazione suscita presso il pubblico.
     
    Analogamente a quanto succede, ad esempio, nel caso della ricerca sulle confezioni, vengono approfondite le reazioni sia alla comunicazione nel suo complesso sia alle sue parti costitutive. Si tratta di indagini più spesso qualitative che quantitative, il cui obiettivo è di rilevare soprattutto le connotazioni profonde che definiscono il messaggio, al di là del suo contenuto più razionale.
     
    In questo tipo di indagine viene generalmente presentata una versione ancora approssimativa (in gergo: rough) del messaggio. Nel caso della pubblicità stampa o delle affissioni, si utilizza in genere un bozzetto, o un montaggio fotografico, spesso presentato sotto forma di album (folder) in cui ne sono raccolte le diverse versioni o le diverse parti. Nel caso di una pubblicità televisiva si utilizza la sceneggiatura (story board) preparata dall'agenzia, che contiene anche bozzetti con le diverse inquadrature. Talvolta la sceneggiatura viene presentata in movimento, attraverso un montaggio fotogramma per fotogramma (animatic), o una versione a computer. A volte si dispone di varie ipotesi di messaggio, che vengono testate l'una successivamente all'altra, sviluppandone poi il confronto resciproco.
     
    Il limite maggiore delle ricerche sulla comunicazione pubblicitaria riguarda la condizione relativamente innaturale in cui vengono condotte. Raramente si tratta del messaggio finale, nella sua versione definitiva. L'atteggiamento degli intervistati è inoltre molto più attento di quanto non avvenga nella condizione di passività disinteressata in cui solitamente i diversi messaggi vengono incontrati nella realtà della vita quotidiana.
     
    Questo tipo di problema riguarda in realtà anche molte altre situazioni di ricerca. Ma rimane il fatto che si ritiene sia meglio verificare i limiti e le priorità della nostra offerta nel ridotto contesto del laboratorio piuttosto che correre il rischio di una comunicazione sbagliata. Nella pratica della ricerca non sono infatti rari i casi di veri e propri salvataggi per messaggi che a prima vista parevano brillanti ma che il pubblico percepiva negativamente (almeno rispetto alle intenzioni del comunicatore).
     
     
    7.12 Impatto
     
    L'effetto che il messaggio produce sul pubblico viene detto impatto. Tale impatto è almeno tentativamente indagato anche nella ricerca preliminare sul messaggio, ma lo si analizza soprattutto dopo che la comunicazione è stata pienamente diffusa attraverso i mezzi di comunicazione.
     
    L'indagine sull'impatto si propone di capire che cosa è successo effettivamente. Ciò significa poter definire, ad esempio, quante persone hanno percepito il messaggio (dimensione quantitativa) e che impressioni ne hanno ricavato (dimensione qualitativa).
    La ricerca sull'impatto può consistere in una rilevazione ad hoc. Una modalità tipica di lavoro consiste allora nel condurre una rilevazione telefonica, attraverso cui quantificare la percentuale di utenti del mezzo (ad esempio: la televisione) o del veicolo (ad esempio: la singola testata giornalistica) su cui il messaggio è stato presentato.
     
    Vi sono tuttavia anche dei servizi sistematici, organizzati da alcuni Istituti, che raccolgono in modo continuativo le reazioni alla comunicazione pubblicitaria da parte degli utenti dei diversi veicoli. Tali rilevazioni permettono anche di sviluppare una comparazione fra l'impatto del nostro messaggio e quello di altri messaggi presentati nel medesimo contesto.
     
    I servizi sistematici di valutazione dell'impatto, ad esempio nel caso dei mezzi di comunicazione a stampa, sottopongono, a intervalli regolari, un campione di utenti di una determinata testata a una serie di prove di rievocazione e di riconoscimento dei messaggi presenti in ciascun numero della rivista. Viene rilevata la percentuale di lettori che ricorda l'annuncio, o che lo riconosce quando gli viene mostrato. A quanti ne conservano un qualche ricordo, viene anche chiesto di indicare che cosa vi si vedeva, quale ne era il testo e che cosa il messaggio voleva significare.
     
    La ricerca sull'impatto è un metodo quasi insostituibile per capire l'effettiva azione del messaggio sul pubblico. I dati raccolti sono talvolta piuttosto elementari, ma forniscono importanti indizi (da verificare eventualmente con ulteriori indagini estensive) per tenere efficacemente sotto controllo, ed eventualmente raddrizzare, la rotta della nostra strategia pubblicitaria.
     
     
    7.13 Pianificazione dei mezzi
     
    La ricerca sulla comunicazione pubblicitaria si propone in primo luogo di studiare la qualità dei messaggi. Serve cioè a capire se questi sono visibili, se sono chiari e se comunicano una immagine adeguata alle intenzioni del comunicatore.
     
    Una volta che il messaggio è stato tarato nel suo contenuto, si tratta però di verificare che questo giunga ai soggetti che ci interessano, e cioè, in sostanza, ai potenziali utenti del nostro prodotto-servizio. Occorre infatti disporre del messaggio giusto, ma anche di un pubblico adatto.
     
    Sono state dunque organizzate ricerche che si propongono di fornire un profilo delle persone che entrano effettivamente in contatto con i diversi messaggi. Si tratta in genere di rilevazioni reiterate, che identificano il pubblico dei diversi mezzi e soprattutto dei singoli veicoli.
     
    Attraverso di queste è possibile ottenere una fotografia dei lettori di un quotidiano o di un settimanale, degli spettatori di una rete o di una trasmissione televisiva, degli utenti di un mezzo pubblico (e quindi dei cartelli che vi sono affissi), ecc. L'utilità di questi dati è notevole soprattutto per chi si occupa della pianificazione dei mezzi (media planning), ovvero deve stabilire dove reperire spazi per il proprio messaggio.
     
    Attorno al problema di quante sono le persone esposte ad un veicolo (numero dei contatti), e quante di queste entrano effettivamente in contatto con il nostro messaggio ovvero rientrano nel nostro target (contatti utili), si è sviluppato un complesso apparato di ricerca. La sua importanza è notevole specie se si considera che la disponibilità di dati attendibili su questi temi ci permette di stabilire il costo di ciascun contatto (utile) per il nostro messaggio, e quindi di comparare la diversa efficacia (assoluta e in termini di costo-contatto), dal nostro specifico punto di vista, di ciascun veicolo.
     
    Sui mezzi di comunicazione vengono condotte anche delle ricerche di tipo qualitativo, per capire l'immagine di ciascun veicolo, ovvero l'atteggiamento dei suoi lettori. Prevalgono tuttavia i sondaggi quantitativi sul numero e sul profilo demografico degli utenti. Una evoluzione recente nel settore è rappresentata dalla ricerca psicografica allargata alla esposizione ai mezzi, che permette di definire un profilo anche psicosociale (e qualche volta più strettamente psicologico) dell'utente.
     
     
    7.14 Mezzi stampa
     
    Vengono condotte costantemente, in Italia così come in tutto il mondo, rilevazioni sul pubblico dei giornali, siano questi dei quotidiani, dei settimanali o dei mensili. Tali sondaggi possono essere di varia natura: dalla indagine qualitativa sul vissuto di una testata o sugli atteggiamenti tipici del suo target d'elezione, alla ricerca estensiva sugli indici di lettura e di gradimento che ne caratterizzano le diverse parti.
     
    Tra le ricerche più interessanti sui mezzi di comunicazione di massa prodotti a mezzo stampa si contano alcune rilevazioni continuative finalizzate alla identificazione del pubblico (readership) delle diverse testate. Tipicamente: il sondaggio viene effettuato, due volte all'anno, per conto degli editori dei singoli periodici oggetto della rilevazione, nonchè delle principali associazioni di agenzie pubblicitarie e di utenti della pubblicità. Sulla base dei dati raccolti, che forniscono un profilo quantitativo molto dettagliato dei lettori di ciascuna testata, gli inserzionisti pianificano i propri investimenti. L'organizzazione che cura la raccolta dei dati mette a disposizione degli utenti delle monografie di sintesi, oltre che dei supporti informatici analitici.
     
    Queste imponenti rilevazioni rappresentano uno dei modelli più evoluti di indagine disponibili oggi nel nostro Paese. Sono il prodotto della evoluzione scientifica e tecnologica così come del notevole livello di collaborazione ormai raggiunto dai principali operatori del settore. La loro presenza ha del resto permesso di portare elementi di certezza in un contesto, come quello delle readership, dove un tempo prevaleva invece la fantasia interpretativa.
     
    Questo tipo di rilevazione non è sufficiente a garantire una conoscenza completa, nei limiti del possibile, dei lettori. I dati raccolti sono infatti molti, ma molti altri se ne potrebbero rilevare. La componente qualitativa delle rilevazioni è altresì piuttosto limitata. Si tratta comunque di un modello di buona qualità scientifica, da studiare con attenzione.
     
     
    7.15 Mezzi televisivi
     
    Anche nel campo della comunicazione "via etere" sono stati sviluppati dei tentativi di rilevazione sistematica degli ascoltatori (audience). L'offerta di programmi televisivi viene oggi sottoposta a un costante monitoraggio per capire quanti sono e chi sono gli utenti di ciascun canale, ovvero di ciascun programma, in ogni momento della giornata. Anche in questo ambito i metodi impiegati hanno raggiunto un buon livello di sottigliezza e obiettività.
     
    Per lo studio della audience televisiva veniva impiegato in un primo tempo (così come era avvenuto anche con i media a stampa) il metodo dei diari. Nel caso specifico veniva richiesto, ad un campione rappresentativo del pubblico, di compilare regolarmente un apposito questionario, in forma appunto di diario, relativo alle proprie abitudini televisive. Questa impostazione presentava tuttavia i limiti tipici dei diari, quali una certa approssimazione e la tendenza a citare le reti e le trasmissioni più pubblicizzate e più facili da ricordare, a scapito di quelle meno conosciute.
     
    Per sopperire a questo limite si era provato con delle indagini telefoniche in tempo reale. Queste consistevano nel telefonare, con modalità casuali, a un certo numero di utenti e chiedere loro se avessero la televisione accesa e in tal caso che cosa stessero guardando in quel momento. Tale rilevazione presentava tuttavia tutti i limiti delle rilevazioni telefoniche.
     
    Per migliorare il sistema, e porre un freno alle continue polemiche sulla attendibilità dei dati (stimolate dagli enormi interessi economici in gioco), è stato dunque sviluppato un modello detto Auditel. Questo si propone di rilevare, invece che le dichiarazioni di ascolto, la diretta presenza di televisori accesi e di persone che li stanno guardando. Anche Auditel, basto su un panel di ascoltatori, è stato costituito su commissione sia degli editori delle diverse testate televisive sia delle associazioni che riuniscono utenti di pubblicità e agenzie pubblicitarie. Grazie a questi sistemi, è possibile disporre di dati significativi sul pubblico delle trasmissioni televisive praticamente in tempo reale. Come tutte le cose umane, anche Auditel non è perfetto. Si tratta tuttavia di un sistema brillante e ingegnoso, che comunque appare più credibile di tutti gli altri metodi adottati in precedenza.
     
     
    7.16 Internet
     
    La notevole, e continuamente crescente, diffusione di internet ha portato a uno sviluppo degli strumenti di rilevazione su questo importante canale di comunicazione. Lo sforzo è stato notevolmente facilitato dal fatto che l'uso di internet, avvenendo in foma elettronica, può essere registrato (on line) con grande dettaglio, almeno in alcune sue parti rilevanti.
    Praticamente qualsiasi sito, purchè disponga di un contatore, è costantemente monitorizzato, almeno per alcuni aspetti. Praticamente ogni motore di ricerca, grazie all'impiego dei cosiddetti cookies, è anche una struttura di rilevazione molto analitica dei flussi di comunicazione e delle strategie di approccio da parte del pubblico.
     
    I dati disponibili, e talvolta presenti anche in rete a disposizione del pubblico, sono dunque molti. Si tratta tuttavia di rilevazioni meccaniche, con i loro pregi e difetti. Sono infatti tra le più precise disponibili nel campo della ricerca sui comportamenti, e riguardano dei veri e propri comportamenti, ma presentano il difetto (opposto rispetto alla gran parte della ricerca d'opinione) di essere appunto molto comportamentali.
     
    In internet non si sa mai bene chi sta davanti allo schermo (uomo? donna? in che rapporto con quello specifico terminale? è la stessa persona che si è collegata un'ora fa? è davvero di fronte al monitor mentre questo è collegato? ecc). Non è facile nemmeno sapere se si tratta di una persona in carne e ossa oppure di un altro computer (che utilizza i cosiddetti robot), magari con lo scopo di suscitare false impressioni proprio negli strumenti di rilevazione automatica (ad esempio: evidenziare alti livelli di accesso a un sito) oppure per ragioni connesse al mondo degli hacker.
     
    Le rilevazioni online pongono dunque problemi di affidabilità quantitativa, ma soprattutto sono assai carenti per quanto riguarda gli aspetti qualitativi. A questo si è cercato di ovviare affiancando, alle pure importanti rilevazioni automatiche, anche molte ricerche più tradizionali, sia qualitative sia quantitative.
     
    Il quadro è in grande evoluzione. Le rilevazioni su internet rappresentano comunque un caso tipico in cui, paradossalmente, si dispone di una enorme quantità di dati oggettivamente assai precisi, ma di fatto non si conosce il tema (specie per quanto riguarda il fattore umano coinvolto) che molto parzialmente e soprattutto per deduzione, ancorchè a volte molto ingegnosa.
     
     
    7.17 Altri media
     
    Il mondo della comunicazione è fondato principalmente sui giornali e sulla televisione (nonchè, ma ancora in modo un po' velleitario, su internet). Lo spazio che resta per la rimanente offerta di comunicazioni di massa è dunque sempre rilevante, ma relativamente più limitato. Ne consegue che le ricerche sugli altri mezzi mobilitano risorse inferiori, e quindi hanno subìto uno sviluppo meno appariscente di quelle sui mezzi attualmente dominanti. Esistono comunque indagini sulle affissioni stradali, sulle affissioni presenti nel trasporto pubblico, sul cinema, sulle radio ecc.
     
    Nella nostra breve rassegna varrà la pena di ricordare, a titolo di esempio, la rilevazione Audiradio, che si occupa di rilevare il profilo degli ascoltatori (audience) delle diverse emittenti radiofoniche operanti in Italia. I soggetti vengono avvicinati da degli intervistatori, che sottopongono loro direttamente un questionario su vari elementi relativi all'effettivo comportamento di ascolto radiofonico.
     
    Il modello di queste rilevazioni è meno sofisticato di quello sull'ascolto televisivo. Ciò dipende soprattutto dalla grande difficoltà a districarsi in una offerta radiofonica di centinaia e centinaia di emittenti, che trasmettono programmi (prevalentemente musicali) non facilmente distinguibili fra loro. Si basa altresì sulle dichiarazioni dei soggetti più che sui loro comportamenti (è una specie di diario a posteriori).
     
    Questo tipo di rilevazione rende però l'idea di quanto sia difficile, benchè indispensabile, raccogliere dati sui comportamenti del pubblico. Ci ricorda, una volta di più, che non basta impegnarsi nell'analisi di un fenomeno per trovare una risposta veramente completa e dettagliata ai nostri problemi. Nel contempo: è sempre meglio la pur limitata sistematicità di una rilevazione seria rispetto alla continua polemica fra interpretazioni di parte.
     
     
    7.18 Promozioni e relazioni pubbliche
     
    Le promozioni, e soprattutto le relazioni pubbliche, stanno acquistando grande rilievo in un contesto comunicativo molto affollato (quale è il nostro attuale), dove la buona qualità dell'intervento può a volte guadagnare un effetto maggiore di un investimento massiccio e martellante ma elementare. Ciò vale in particolar modo per il caso delle sponsorizzazioni.
     
    Un caso a parte è poi quello rappresentato dalla cosiddetta publicity, e cioè dalla diffusione per così dire spontanea nei media di notizie riportate indipendentemente dall'acquisto di spazio e di tempo da parte del comunicatore (come avviene nell'advertising, la pubblicità vera e propria). Il caso storicamente più macroscopico è la comunicazione Benetton-Toscano, dove la publicity (giornali e tv che ne parlano) è stata a volte incommensurabilmente superiore alla rilevanza dell'investimento in advertising (in qualche caso: un solo grande murale nella piazza di una città).
     
    Non sembrano essere state tuttavie costruite delle modalità di indagine sistematiche, e condivise, per questo tipo di interazione col pubblico. Si tratta del resto di strategie molto individuali (nel caso delle promozioni o della publicity), o molto giovani (nel caso delle relazioni pubbliche e delle sponsorizzazioni). Il che rende difficile l'accumularsi di una casistica veramente organica.
     
    Ciò significa che si tende ad applicare a tali situazioni i modelli tipici di altre indagini (sulla comunicazione pubblicitaria in genere) senza modificarle di molto. Ci si basa dunque, in linea di massima, su metodi derivati dall'area-test, dall'indagine telefonica sul livello di consapevolezza del marchio, da ricerche qualitative sull'immagine veicolata.
     
    Bisogna del resto tenere conto del fatto che non si conoscono ancora bene le modalità di azione di tali messaggi, per cui non è facile valutarli (non sapendo di che cosa si tratti esattamente). Nel contempo: simili interventi conoscitivi, anche se un po' empirici, sono anche l'unico modo per farsi un'idea dell'effetto di iniziative, spesso costose, che altrimenti vengono condotte del tutto al buio.
     
     
    7.19 Previsioni
     
    Tutte le ricerche di mercato si propongono, tra le righe, anche di prevedere quello che accadrà. La ricerca serve infatti in primo luogo a regolarsi per il futuro, dato che sul passato non è possibile intervenire, se non nel senso di modificare in senso evolutivo (con un'azione però sempre successiva) un effetto consolidato.
     
    Lo studio delle motivazioni si propone di trovare dei sistemi per gratificare il pubblico attraverso i nostri prodotti-servizi. Lo studio delle immagini cerca di valutare la corrispondenza di queste con i nostri obiettivi. L'analisi della comunicazione cerca di perfezionare i messaggi a venire.
     
    La gran parte delle previsioni è comunque di natura ipotetica. Se la comunicazione è piaciuta, se l'immagine del prodotto gratifica le esigenze del pubblico, allora si presume che l'effetto verrà raggiunto; altrimenti se ne deduce che occorrerà apportare dei cambiamenti. Non ci sono tuttavia certezze al riguardo.
     
    Sono stati sviluppati dei metodi per ipotizzare il futuro delle tendenze rilevate (forecasting), ma si tratta pur sempre di proiezioni in avanti per ciò che è avvenuto in passato o che sta avvenendo ora. Si tratta peraltro, in genere, di modelli statistici, che richiedono la disponibilità di descrizioni quantitative molto precise su ciò che è avvenuto fino ad oggi. E dati del genere riguardano spesso temi relativamente collaterali, rispetto alla vera e propria ricerca di mercato, quali le presumibili tendenze dei volumi di vendita, delle quote, degli investimenti, dei profitti, dello stato d'animo diffuso nella popolazione, ecc.
     
    Per il resto, non rimane che affidarsi agli indizi forniti dalla ricerca "normale". L'indagine psicosociale può fornire un aiuto essenziale alla gestione di una iniziativa, ma è inutile fingere che possa prevedere il futuro.
     
     
     
     
     

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    Editors of ITAPI Programme :

    Felice PERUSSIA (director)

    Andrea BOARINO

    Renata VIANO

     

     
     
     

     
    Vale sempre la pena di fare Ricerca con ITAPI
     
    La Divisione per la Ricerca PsicoSociale di ITAPI è fondamentalmente un modo con cui ci piace di partecipare alla comunità dei ricercatori e degli operatori, dando una mano a tutti (se possibile).
    La Divisione Ricerca Psico-Sociale applicata di ITAPI (ovvero il Laboratorio di PsicoTecnica) conduce da molti anni con successo molte ricerche (sia qualitative, sia quantiative, sia creative) sulle opinioni, la comunicazione, i comportamenti di consumo, gli stili di vita, il marketing.
     
     
    347 . 4657631 - 347 . 4753143
     
     
     
    Da quando la divisione Ricerca Sociale di ITAPI è apparsa sulla rete, riceviamo continuamente (da parte di molti professionisti, studiosi, studenti ecc) richieste di approfondimenti teorici, consigli di ricerca, delucidazioni e suggerimenti vari sul tema delle ricerche di marketing e d'opinione, sulla psicologia dei consumi, sulla comunicazione ecc.
    Tuttavia: per svariate ragioni (soprattutto perchè una risposta dettagliata richiede davvero molto tempo), pur con tutta la buona volontà, ci siamo resi conto che non riusciamo a fornire una risposta scritta in tempi utili per chi ci pone le domande. E ce ne dispiace. Nè ci sembra corretto scrivere a uno sì e a dieci altri invece no (in base a quale criterio?).
    Abbiamo quindi deciso, almeno per il momento, che risponderemo a voce. Se dunque avete domande da porre direttamente, sul tipo di quelle che possono essere esaudite in un colloquio di consulenza per una ricerca, fatelo pure.
    Potete dunque interpellarci per telefono (siamo abituati a rispondere). La cosa non dà luogo a nessun tipo di impegno (in particolare: è ovviamente, almeno secondo la nostra filosofia, un servizio gratuito alla collettività).
     
     
     
     

     
     
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